Lo Stato ha acquisito l’archivio del Vasari ma è sfida sull’esproprio
Dopo anni di battaglie giudiziarie, l’archivio dell’artista e letterato Giorgio Vasari(arezzo, 30 luglio 1511 – Firenze, 27 giugno 1574), un tesoro unico al mondo di documenti del Rinascimento tra i quali anche un sonetto con disegno di Michelangelo, è diventato di proprietà dello Stato italiano. Dopo aver stabilito lo scorso anno la «pubblica utilità» delle carte conservate ad Arezzo (32 «filze» e oltre 6.600 fogli), il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha firmato il decreto di esproprio che toglie l’archivio conservato nella casa natale di Giorgio Vasari alla famiglia Festari, fino ad oggi legittima proprietaria. Il provvedimento prevede un pagamento agli eredi di un milione e mezzo di euro, come da valutazione dei periti del tribunale di Arezzo, ovvero cento volte meno la cifra (150 milioni) che Vassily Stepanov, un oligarca russo, avrebbe offerto nel 2009 ai fratelli Festari per acquistare l’archivio. La vendita non andò mai a buon fine anche per l’intervento della procura di Roma. Il caso potrebbe però riservare sorprese. La famiglia Festari, infatti, ha deciso di ricorrere al Tar contro l’esproprio: un provvedimento che segue un altro ricorso contro la decisione di giudicare l’archivio di pubblica utilità che ha aperto le procedure per il passaggio di proprietà dagli eredi allo Stato. Oggi a Casa Vasari è prevista la prima riunione fra la sovrintendenza archivistica per la Toscana e i Festari: obiettivo, un primo inventario.
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