Tascabili e una nuova collana: debutta l’alleanza Marsilio-feltrinelli Gruppi
Titoli del marchio veneziano nella Universale economica. Luca De Michelis: «Utile ai nostri longseller»
L’ingresso nei tascabili della Universale economica Feltrinelli e una nuova collana di narrativa italiana. Sono le prime iniziative di Marsilio dopo l’acquisizione del suo 40% (destinato a diventare 55%) da parte del Gruppo Feltrinelli. Il marchio veneziano, fondato nel 1961 e guidato da sempre dalla famiglia De Michelis, era entrato nel 2000 in Rcs Libri. Quando quest’ultima nel 2016 è passata a Mondadori, l’antitrust ha imposto lo scorporo di Bompiani (acquistata da Giunti) e di Marsilio, tornata ai De Michelis. Fino all’ottobre 2017, quando è stata siglata l’«alleanza» con Feltrinelli.
«L’editoria — analizza l’amministratore delegato di Marsilio, Luca De Michelis — attraversa una fase vitale, con molte iniziative e player che, anche quando presenti da tempo, lanciano nuovi progetti. Non si può stare fermi. In questi mesi abbiamo portato la nostra casa editrice nel sistema Feltrinelli in termini di distribuzione e promozione: un processo che durerà nel tempo». Ma, aggiunge, sono nati anche progetti editoriali. «Per noi che abbiamo molti longseller — spiega — crescere nei tascabili è un’esigenza. Marsilio, inoltre, si sposa bene con Feltrinelli: abbiamo un’idea di editoria simile, che sperimenta e punta a libri di successo, e il nostro catalogo può arricchire il loro. Si pensi ai gialli, area in cui, almeno negli ultimi 15 anni, abbiamo fatto bene e in cui Feltrinelli è meno presente. E all’analoga situazione nel settore arte».
La prima novità è l’ingresso di una linea Marsilio nella Universale economica Feltrinelli: «Si tratta dei titoli più forti del nostro catalogo — annuncia De Michelis — che verranno messi in tascabile come seconda fase della loro vita. Avranno una grafica che si inserisce nel nuovo contesto, ma si vedrà che sono libri Marsilio, manterranno l’identità». Saranno 50-60 l’anno; prezzo medio: tra i 10 e i 12 euro. «I primi dieci — illustra l’editore — entrano da oggi nell’operazione Feltrinelli “1+1”. Chi va in libreria, cioè, può scegliere due titoli in una selezione di cinquanta e pagarli, in tutto, 9,90 euro». Per questi dieci Marsilio ha scelto i primi volumi delle sue serie di maggiore successo (Stieg Larsson, Camilla Läckberg, Roberto Costantini, tra i nomi). Nei prossimi mesi, a partire dal 10 maggio, entreranno nella Universale economica, fuori dall’«1+1», altri titoli del catalogo. Si parte con i gialli, poi ci si allargherà ad altri generi. Incluse, a settembre, Iliade e Odissea.
«Contare su un tascabile forte — ragiona De Michelis — consente anche operazioni diverse nel posizionamento dei titoli». Una delle prime, a settembre, con la norvegese Maja Lunde: «Lanceremo il nuovo libro La storia dell’acqua e riproporremo il primo, La storia delle api, nella Universale economica». A settembre nascerà pure «Passaparola», collana ideata dalla editor Chiara Valerio. «Proporrà — dice l’ad — libri di autori che rileggono, in tono narrativo, un testo letterario che hanno amato in modo particolare». Michela Murgia su Le nebbie di Avalon, Lisa Ginzburg su Frankenstein, Alessandro Giammei, all’esordio, sul Grande Gatsby, i primi in uscita. Mentre nel 2019 ci sarà tra gli autori Teresa Ciabatti su Grandi speranze.
Sul fronte delle prossime uscite, Gaja Cenciarelli, Laura Pugno, Nickolas Butler firmeranno alcune novità della narrativa. E da Sonzogno (marchio di varia del gruppo) arriva Il libro della vagina di Nina Brochmann e Ellen Støkken Dahl, «con cui ritentiamo il successo de L’intestino felice». De Michelis nota anche l’impegno sul fronte arte: «Siamo editori in una decina di mostre, tra cui Fulvio Roiter e John Ruskin a Venezia, Raffaello a Bergamo, Carsten Höller e Stefano Mancuso a Firenze. A settembre, lo saremo di Tintoretto a Venezia e Marina Abramovic a Firenze».
Come l’anno scorso Marsilio sarà, tra poche settimane, al Salone di Torino, dopo aver partecipato a Tempo di Libri a Milano. «L’opposizione è sbagliata, ma — riflette l’editore — sul lungo periodo non si potrà continuare con entrambi. Nel 2019 preferirei non farne due». Per la fatica. E il fatturato. «A Milano — ammette — abbiamo venduto meno. Ma è Torino a essere un miracolo, l’eccezione in cui chi viene paga il biglietto e compra i libri. È il risultato di un lavoro di anni, che coinvolge la città. Seppure sono stati commessi errori, questo patrimonio non andrebbe disperso».
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