Juve accerchiata da Napoli e tifosi
La curva chiede più impegno, Buffon ammette: «Abbiamo sbagliato qualcosa...»
Lo scudetto non è un pranzo di gala. E nemmeno un picnic da giorno di festa, se è per questo. La Juventus forse se l’era dimenticato, perché lo scudetto in una volata così serrata non se lo gioca dal 2002. Nell’epopea dei sei scudetti di fila, il vantaggio dei bianconeri sulla seconda a quattro giornate dal termine è sempre stato superiore a 1 punto. Anche nel primo anno di Conte, quello della rinascita, il margine sul Milan di Allegri e Ibra era di 3 punti. Così il presidio ultrà, più di un centinaio, fuori dal centro di allenamento di Vinovo ieri ha fatto rumore soprattutto perché la Juve non è abituata ad avere i tifosi così addosso.
Parlare di contestazione è un’esagerazione, ma i toni e i contenuti degli ultrà sono diretti: «Saremo in 10 mila a tifare a San Siro, voi dovete mettercela tutta perché contro l’inter non possiamo permetterci di perdere». E l’invito, Tensione
La celere in curva Sud domenica sera dopo Juventus-napoli (Lapresse) esteso ai giocatori che entravano con le loro auto per l’allenamento pomeridiano, è stato quello di «tirare fuori i c.». Con qualche sporadica minaccia fatta da qualcuno più su di giri degli altri (destinatario Dybala, la vera delusione di questo periodo), comunque subito sovrastata dai cori di incitamento: «Siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai». Cori contro la squadra non ci sono stati. E tre camionette della polizia hanno vigilato che tutto andasse liscio, come in effetti è stato. Ciò non toglie che il clima attorno alla Juve sia insolito, quasi surreale considerato quello che hanno fatto i bianconeri negli ultimi sette anni.
Alcuni giocatori, in particolare capitan Buffon, ma anche Marchisio, Dybala, Higuain che ha tirato giù il finestrino del Suv aziendale, hanno accettato di buon grado il confronto coi tifosi: «Il fatto che voi siate qui è un segnale importante.