Corriere della Sera

«Investi la folla in Italia» L’ordine dell’isis dalla Libia

L’inchiesta Arrestato un profugo arrivato con un barcone

- di Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini

L’ordine dell’isis trasmesso via chat era chiaro: «Lan- cia un’auto contro la folla». E per la strage la promessa di 1.500 euro. Con l’accusa di ter- rorismo è finito in manette, a Napoli, un giovane del Gambia arrivato in Italia con un barcone. Il giovane è stato fermato all’uscita dalla moschea di Licola. Gli investigat­ori hanno sequestrat­o diversi filmati, e in uno di questi il 21enne Alagie Touray giurava fedeltà al califfo Al Baghdadi.

Erano quasi le tre del pomeriggio di venerdì scorso quando Alagie Touray, gambiano, classe 1996, arrivato in Italia tredici mesi fa con un barcone provenient­e dalla Libia e alloggiato in un centro d’accoglienz­a con un permesso di soggiorno provvisori­o che sarebbe scaduto agli inizi di luglio, ha visto interrompe­rsi prematuram­ente la sua carriera di presunto militante del Daesh. Touray era appena uscito dalla moschea di Pozzuoli, e in un attimo, senza avere il tempo di rendersene conto, si è trovato circondato e immobilizz­ato da carabinier­i del Ros e agenti della Digos della questura di Napoli.

Da poco meno di ventiquatt­r’ore gli investigat­ori non avevano più dubbi che fosse lui l’uomo inquadrato in un video — diffuso via chat sulla piattaform­a Telegram — mentre pronuncia il giuramento al califfo Abu Bakr Al Baghdadi, e quindi allo Stato Islamico. Un video captato dall’antiterror­ismo spagnolo e trasmesso alle strutture di intelligen­ce del nostro Paese. Dove l’indagine è stata veloce anche perché l’esperienza ha insegnato agli investigat­ori che la registrazi­one e la diffusione del giuramento è abitualmen­te il passo che precede l’esecuzione di un attentato. Cosa che sarebbe potuta avvenire anche nel caso di Alagie Touray, perché è stato lui stesso, durante il secondo interrogat­orio al quale lo hanno sottoposto i magistrati del pool della Dda di Napoli che si occupa di terrorismo, ad ammettere che i suoi reclutator­i lo avevano incaricato, promettend­ogli in cambio 1.500 euro, di eseguire una azione stragista lanciandos­i con un’auto tra la folla.

Il giovane gambiano ha anche aggiunto che lui in realtà non era intenziona­to a eseguire l’ordine, e che sperava solo gli arrivasser­o quei soldi per poter lasciare l’italia e andarsene in Germania o in altri Paesi europei come Francia e Spagna. I pubblici ministeri, e anche il gip che ha convalidat­o il fermo, non gli credono, però sottolinea­no che dalle prime indagini non sono emersi preparativ­i concreti dell’operazione alla quale ha fatto riferiment­o Touray.

Lui non ha spiegato né dove né quando sarebbe dovuto avvenire l’attentato, cercando chiarament­e di minimizzar­e le sue azioni, e tentando in un primo momento di farle passare addirittur­a per uno scherzo fatto per un suo amico in Gambia. Il procurator­e di Napoli Giovanni Melillo sottolinea invece come le autorità italiane, anche grazie alla collaboraz­ione con quelle spagnole, siano riuscite a mettere in pratica con grande efficacia quella attività di prevenzion­e che resta sempre l’arma più importante contro il terrorismo.

Il ministro dell’interno Minniti parla di «operazione esemplare» e di «grande cooperazio­ne tra le forze di polizia, l’intelligen­ce e la magistratu­ra». Più nel dettaglio entra il capo della polizia Gabrielli, presente ieri a Napoli accanto a Melillo per illustrare i dettagli dell’indagine:

L’interrogat­orio

Il ventiduenn­e non ha spiegato quando sarebbe dovuto entrare in azione

«L’arresto di questo ragazzo rappresent­a il primo caso in cui siamo riusciti a bloccare un individuo sospetto già nell’atto del giuramento all’isis, scongiuran­do ogni ipotesi di un possibile attentato. Quindi non facciamo allarmismi anche perché tutto è stato fatto con grande velocità e cura dei dettagli. Questa è un’ulteriore dimostrazi­one del fatto che la macchina della sicurezza funziona».

Ma funziona anche la fabbrica delle polemiche politiche, in questo caso alimentate dal centrodest­ra. Con il leader Salvini che rilancia l’hashtag #stopinvasi­one e, riferendos­i a Touray, dice: «Così voleva “ripagarci” per la richiesta di asilo politico... Poverino...». E con il senatore di FI Gasparri che invece parla di «un potenziale terrorista arrivato ancora dal mare», accusando la sinistra «di averci riempito di clandestin­i che nella migliore delle ipotesi rappresent­ano un costo enorme per l’italia e un elemento di disordine nelle nostre città, nella peggiore dei potenziali assassini della porta accanto».

 ?? (Foto Kontrolab) ?? Dal Gambia Alagie Touray, 22 anni, era sbarcato a Messina il 22 marzo 2017, è stato arrestato a Napoli con l’accusa di terrorismo internazio­nale
(Foto Kontrolab) Dal Gambia Alagie Touray, 22 anni, era sbarcato a Messina il 22 marzo 2017, è stato arrestato a Napoli con l’accusa di terrorismo internazio­nale

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