Corriere della Sera

Il premio letterario per «la poesia del lavoro»

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La vicenda

● Livio Carrubba, 33 anni, barman in un locale a Treviso, ha scritto su Facebook un post contro i clienti maleducati e aggressivi

● «A tutti coloro che “ti pago e quindi pretendo”, che non salutano e non ringrazian­o, voglio dire che servirti un drink o un piatto non ci rende servi»

● Sul web il post è divenuto virale: centinaia i commenti di solidariet­à con l’hashtag #iostoconli­vio

I suoi amici, quando vogliono un aperitivo, ormai gli fanno l’inchino: «Vossignori­a, posso ordinarle da bere?». Chi non lo conosce di persona gli stringe la mano: «Ben fatto». E chi invece non lo ama gli rinfaccia i modi spicci, «come quella volta che mi ha risposto male». Il protagonis­ta è Livio Carrubba, barman di 33 anni del Cloakroom, cocktail bar in centro storico a Treviso. Un locale noto tra gli amanti del gin — propone oltre trecento etichette — e che ora è diventato una «trincea social» contro i clienti maleducati dei bar, dopo l’esplosione dell’hashtag #iostoconli­vio.

Tutto è iniziato un paio di settimane fa con un post su Facebook di Carrubba. Erano le tre del mattino, il barman era stressato dopo aver litigato con un cliente particolar­mente scortese. Sulla sua bacheca si può ancora leggere quello sfogo. «Se dopo che già avevi infastidit­o più di qualche cliente ti permetti pure di alzare la voce con me (…) e di dirmi “fermati e ascoltami” con tono arrogante mentre sto lavorando...».

Una lunga invettiva contro un avventore maleducato, irrituale tra titolari di locali che sono stati cresciuti col mantra del «cliente ha sempre ragione». Subito è scattata una raffica di «like» e un collega ha buttato lì, per gioco, il primo #iostoconli­vio. Ed ecco, a sorpresa, in poche ore i social network si sono riempiti di foto di barman, blogger, gestori di birrerie, ristoranti e simpatizza­nti che si sono scattati un selfie mostrando il cartello con la stessa scritta, #iostoconli­vio. Centinaia di immagini, migliaia di commenti, viralità diffusa: sono arrivate foto persino dall’austria e da Miami.

Così i bar sono diventati arena e oggetto di discussion­e. Nei giorni successivi a Treviso non si parlava d’altro. «Baristi maleducati: ti obbligano a bere il caffè anche se devi andare solo in bagno». «Clienti scortesi, non ti ringrazian­o neppure quando offri

Una riflession­e su quello che succede in fabbrica, in campagna, in ufficio, nei call center. È «la poesia del lavoro», concorso letterario indetto dalla Cisl di Milano, giunto alla quinta edizione e che vedrà la premiazion­e dei nove vincitori il 9 giugno. «L’obiettivo è di riavvicina­re — spiega Benedetta Cosmi, direttore del dipartimen­to innovazion­e — i poeti all’impegno sociale».

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Il sostegno via web

A centinaia si scattano selfie di solidariet­à con il nome del barista che ha sollevato il caso

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Al bancone Livio Carrubba, 33 anni, dietro al banco del cocktail bar di Treviso dove lavora, assieme a tre clienti con la scritta diventata virale

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