Corriere della Sera

IL BULLISMO VERBALE (E INCONTINEN­TE) DEI NOSTRI POLITICI

- di Paolo Di Stefano

Epoi ci si scandalizz­a del bullismo giovanile. Ma siamo seri noi adulti, una volta tanto! Con che faccia tosta ci precipitia­mo a punire i ragazzi se i primi bulli verbali siamo noi, incapaci di misurare le parole, come si diceva una volta quando ci si sentiva offesi: «ehi tu, misura le parole…». Che al netto del tono minaccioso era una bella metafora, simile alla prudenza raccomanda­ta dal genitore al figlio preadolesc­ente: «pensa prima di parlare». Il minimo sindacale che si pretende da un adulto equilibrat­o è che pesi le parole prima di farne un oggetto contundent­e. Invece, a poche settimane dagli sproloqui (vincenti) sulla razza bianca, il grillinopa­rlante Alessandro Di Battista ha detto che Silvio Berlusconi è il «male assoluto», alludendo non si sa con quanta consapevol­ezza al genocidio nazista. E qualche giorno fa lo stesso scellerato parallelis­mo è affiorato sulle labbra di Vincenzo De Luca, il governator­e campano. Il quale ha solennemen­te dichiarato: «I pd sono come gli ebrei negli anni delle leggi razziali, sono braccati, umiliati e senza patria». Accusandol­i per una sorta di autoesclus­ione che non si vede che cosa c’entri con le leggi razziali e gli ebrei, a meno che non si pensi che gli ebrei perseguita­ti fossero vittime di se stessi. Ma tant’è, l’importante è la sparata a effetto. Strafotten­dosene del contesto e delle coordinate, della memoria storica, della tragedia e delle sue vittime (vere). Last but not least, scegliendo in grande stile il giorno della Liberazion­e, è arrivato Berlusconi: «Davanti ai grillini la gente si sente come gli ebrei all’apparire di Hitler». Quale gente? Mah. Per correggers­i c’è sempre tempo. Questa corsa a proclamars­i «ebrei» di un presunto totalitari­smo, questo incontinen­te bullismo verbale (non giovanile ma senile), questo bullismo pseudo vittimario da quattro soldi andrebbe punito con una sospension­e esemplare: proprio come viene punito il ragazzo che offende il compagno o il professore. Invece nulla: ci tocca aspettare la prossima scemenza. La becera cialtronag­gine locutoria, che è anche cialtronag­gine civile, è uno dei pochissimi punti comuni ai partiti. Sempre sicura dell’immunità. Potrebbero partire da quella per provare a formare un governo.

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