Corriere della Sera

Un’infanzia con le nurse, poi il collegio di suore in Inghilterr­a dove imparò a vivere da sola «A 15 anni sposai Alfonso di Hohenlohe-langenburg e a venti il 43enne Baby Pignatari»

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I ra von Fürstenber­g, cosa vuol dire essere una principess­a nel 2018? «Dipende se sei regnante, altrimenti oggi non conta molto». I cenni biografici di una vita anomala li dice tutti d’un fiato. Simpatica, confessa di essere sempre a dieta («I dolci sono la mia dannazione»); ogni tanto le scappa qualche inglesismo. Ira è nata a Roma, figlia di Clara Agnelli (sorella maggiore dell’avvocato), e di Tassilo, austriaco per metà e ungherese per l’altra metà, la nonna paterna appartenev­a alla famiglia più ricca d’ungheria, il nonno era ambasciato­re dell’imperatore Francesco Giuseppe. «Era una famiglia old fashion che non gradì molto il matrimonio di mio padre. Mamma, che veniva da una famiglia chiusa dell’alta borghesia torinese, aveva 19 anni, papà 38». Un po’ quello che successe a lei, che fu chiamata la Sposa bambina. «In prime nozze sposai Alfonso di Hohenlohe-langenburg a 15 anni e lui ne aveva 28. Non era così vecchio. Quello che dice lei è vero semmai per il mio secondo matrimonio, con Baby Pignatari, io avevo 20 anni e lui 43. All’epoca usava, di sposarsi presto».

Come spesso accade a una vita di privilegi, Ira von Fürstenber­g ha attraversa­to dolori terribili. Come quando il suo figlio maggiore, Christoph, nel 2006 fu trovato morto sul pavimento di una cella nel carcere di Bangkok. «Quando andai a trovarlo non lo riconobbi, magro come un chiodo, completame­nte rasato. Lo vidi da dietro le sbarre, saranno stati in cinquanta in cella. Facevano i bisogni dove capitava. Fu accusato di aver falsificat­o il visto sul passaporto. Lui avrà dato di matto, conoscendo­lo si sarà messo a urlare e quelli si saranno irrigiditi. Ma fu uno scandalo assoluto. Lottai per tirarlo fuori da lì. Morì dopo quattro giorni».

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