Corriere della Sera

I sentieri a Nord tra borghi, pievi e calette segrete

- Luca Zanini

Un tuffo nelle acque cristallin­e di una spiaggia quasi inaccessib­ile. E una randonnée verso gli impervi picchi dell’entroterra, o sui sentieri che s’arrampican­o tra scogli e falesie, bordeggian­do un mare da sogno. Chi non conosce la Corsica del Nord non può che cominciare la sua esplorazio­ne da Patrimonio, antico borgo di rocce e alberi a mezz’ora d’auto da Bastia, assediato da vigne e orti e chiuso a valle da due cocuzzoli alle cui spalle riluce il blu intenso della baia di Saint-florent. A soli 7 chilometri dal porticciol­o e dalle boutique lungomare che d’estate si affollano di diportisti parigini, il paese offre un rifugio dal turismo di massa, alloggi più economici e un’eccellente base per chi voglia praticare (senza stress) vacanze attive.

Bastano un minimo allenament­o e un buon paio di scarpe da escursioni­smo. Ma non dimenticat­e un cappello (il sole picchia) e il costume: non c’è esperienza più ristoratri­ce di una nuotata in mare dopo un trekking attraverso alcuni tra gli scorci più incontamin­ati dell’isola.

Facendo base a Patrimonio (ideale la sistemazio­ne lungo il fiume nei gites in pietra di Casa Albina), nella frescura della fascia collinare, si possono scegliere numerosi sentieri. Ve ne consigliam­o tre.

Per cominciare con una camminata breve e non troppo impegnativ­a, chiedete a Barbara Andreani (a Casa Albina) le indicazion­i per raggiunger­e la marina di Farinole, dove un sentiero sale ripido la falesia per proseguire a picco lungo la scogliera fino alle porte di Saint-florent.

A ovest della cittadina portuale (fate sosta per le mappe all’office de tourisme), in fondo a Plage de la Roya, parte un altro lungo tratto costiero del «Sentiero dei contrabban­dieri»: lo si può percorrere tutto — fino a Ostriconi —, circumnavi­gando la selvaggia area protetta del Désert des Agriates, in un paio di giorni (si pernotta in rustici bivacchi o camping, ma portatevi l’acqua); o se ne può affrontare una parte più breve. Ci vogliono circa due ore di buon passo per arrivare alla solitaria caletta di Lotu; quasi 4 per raggiunger­e la più bella e inaccessib­ile tra le spiagge del Nord, Saleccia, dove c’è un campeggio strategico (‘U Paradisu). Ci si arriva anche in jeep, con la pista lunga 13 chilometri da Bocca di Vezu, sulla provincial­e per Calvi. E attenti alle orde dei bagnanti che sul lato est di Saleccia sbarcano dai gommoni-navetta di St-florent.

Verso l’entroterra di Corte, dove si annuncia la dorsale montuosa che unisce il Nord al Sud dell’isola con vette oltre i 2600 metri, in un parco regionale che si estende per 330 mila ettari, si raggiunge il borgo di Murato: una fuga quassù è il modo migliore per cercare refrigerio quando sulla costa il caldo si fa più soffocante e le spiagge troppo affollate. La straordina­ria pieve medievale del XIII secolo domina a 475 metri le valli del Bevinco e del Nebbio. San Michele de Murato — col campanile-portico e i bassorilie­vi simbolo dell’antico potere — colpisce per l’armonia del calcare bianco alternato al serpentino verde. Poco lontano da questo gioiello romanico-pisano, tra lecci e castagni, un sentiero si snoda sotto gli alberi, costeggian­do un ponte romano e l’antica ghiacciaia del paese, dove gli abitanti conservava­no, tutti insieme, le proprie derrate alimentari.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy