«Poco credito alle Pmi? Le aiuteremo noi a crescere»
Passera: Banca Interprovinciale si inserirà negli ambiti trascurati dagli istituti tradizionali
Ora che ha una banca, Corrado Passera può presentarsi agli imprenditori da imprenditore. È questo lo spirito con cui il banchiere 63enne, ex numero uno di Intesa Sanpaolo, ex ministro dello Sviluppo economico del governo Monti, vuole guidare la modenese Banca Interprovinciale, piccolo istituto da 1 miliardo di attivi rilevato due settimane fa con la sua Spaxs, il veicolo d’investimento che a fine gennaio ha raccolto 600 milioni di euro, la più grande quotazione di Spac in Europa, la seconda nel mondo. In due mesi Passera ha raggiunto così il secondo traguardo, investendo quanto programmato, poco più di 50 milioni di euro. Ora si lavora alle autorizzazioni della Banca d’italia, al piano di impresa da presentare nei prossimi due mesi e alle assemblee per la fusione. Ma che istituto sarà?
«Sarà una banca per le famiglie, cui si rivolgerà come web
dbank innovativa, e le imprese, cui offrirà servizi che rispondono a un bisogno di mercato», spiega Passera, che ne sarà l’amministratore delegato. «Si occuperà di imprese che faticano a finanziarsi con intermediari tradizionali, come quelle con progetti ambiziosi o con potenziale ma rating basso. Di aziende in difficoltà, i cosiddetti utp (crediti non ancora deteriorati, ndr), che possono essere risanate e di quelle già divenute sofferenze, ma con valori recuperabili. Insomma, le quattro categorie di credito che le banche tradizionali tendono a far uscire dai Il mercato di riferimento
La banca si rivolgerà alle famiglie come web bank e alle imprese per servizi che rispondono a bisogni di mercato bilanci anche per la pressione della regolamentazione». Spaxs-interprovinciale (o come sarà ribattezzata) opererà spesso «in collaborazione» con altre banche e avvantaggiata dal fatto di non dover tagliare costi, pulire il proprio portafoglio o ridisegnare sistemi informativi.
La banca — che a regime impiegherà diverse centinaia di professionisti tra Milano e Modena — si rivolge a un mercato del credito da almeno 500 miliardi e imprese tra i 20 e i 300 milioni di fatturato, numeri che, combinati con i 600 milioni raccolti da Spaxs, dovrebbero far prevedere un attivo di 6-7 miliardi anche con ratio di capitale prudenziali.
«La banca aiuterà molte Pmi a fare anche un salto di qualità manageriale, apportando non solo competenze creditizie, ma anche legali, industriali e immobiliari. Avremo sul territorio “tutor” con grande esperienza bancaria e in risanamenti e rilanci aziendali, come ex dirigenti di banche locali o d’impresa, che parlino la lingua degli imprenditori».
Ne sono convinti anche i primi partner che Passera ha coinvolto, a cominciare dal cofondatore Andrea Clamer, ex Banca Ifis, esperto di non performing loan: «Compreremo singole posizioni di npl o piccoli portafogli sul secondario, sempre focalizzati sulle medie imprese», spiega Passera. Della squadra fanno parte anche il cfo Francesco Mele, che ha lasciato Mps, ed Enrico Maria Fagioli Marzocchi, banchiere di lungo corso che guiderà la divisione imprese. E sono attesi «nomi di peso per la divisione retail e la digitalizzazione, per combinare esperienze rilevanti e il meglio delle nuove tecnologie».
Passera di certo ha già convinto oltre 40 investitori internazionali e italiani del calibro di Atlas (7,6%), Numem (5,75%), Tensile (5%), Algebris (2.5%), asset manager come Kairos (5,98%) e family office come Sdp Capital Management della famiglia Pallavicini (6%): «Ricevere richieste d’investimento per 800 milioni per una startup bancaria in Italia è stato motivo di grande soddisfazione e una bella prova per il Paese: con progetti ben elaborati, può attrarre capitali anche in settori difficili».