Mediapro: «Fideiussione? Prima Sky liberi il bando»
Mediapro contro Sky, atto 132: il gruppo spagnolo che da intermediario indipendente si è aggiudicato i diritti tv del campionato del prossimo triennio avrebbe dovuto presentare entro la mezzanotte di ieri la fideiussione da 1,2 miliardi. 150 minuti prima della scadenza il colpo di scena: il colosso catalano con una nota ha specificato «di possedere le garanzie richieste attraverso la stessa consistenza patrimoniale della casa madre» ma di volerle fornire solo nel caso in cui si verifichi una delle seguenti condizioni: che la Lega possa garantire a Mediapro «la piena e incontrastata disponibilità dei diritti audiovisivi» risolvendo «la situazione giuridica creata pretestuosamente da Sky per difendere il ruolo privilegiato nel mercato italiano». Mediapro, insomma, esibirà la fideiussione se il Tribunale di Milano si pronuncerà favorevolmente sul bando il 4 maggio prossimo, dopo la sospensione richiesta dal gruppo di Murdoch. In alternativa, Mediapro è pronta a fornire le garanzie in maniera immediata nel caso in cui la Lega decida di creare «un canale proprio per la distribuzione dei diritti tv». Da Santa Giulia non giungono reazioni, la Lega — messa spalle al muro — si prende una pausa di riflessione per esaminare tutti i documenti. Mediapro si dice anche pronta, dopo aver già versato l’acconto di 64 milioni, a pagarne altri 200 per raggiungere il patrimonio netto indicato dal bando. La palla passa ai presidenti: la guerra è senza esclusione di colpi e dagli esiti imprevedibili.
Ma non ci sono solo i diritti tv. Gravina e Tommasi, Ulivie-
L’altro fronte
Vertice tra gli anti commissariamento che vogliono una nuova Federcalcio
ri e Nicchi, i presidenti delle varie anime che compongono il consiglio Federale, si sono riuniti nella sede della Lega Dilettanti, davanti al gran cerimoniere Cosimo Sibilia.lo scorso 29 gennaio, nel corso dell’assemblea elettiva, si erano spaccati aprendo le porte al commissariamento. Ora sono tornati amici con un unico interesse: cacciare il commissario Fabbricini (e Malagò) da via Allegri. Così hanno cominciato a lavorare su una piattaforma programmatica unitaria. Il piano è semplice: avere entro agosto un presidente che possa rimanere in carica sino al 30 giugno 2020, scadenza del quadriennio olimpico. Siamo solo agli inizi di un’altra lunga partita politica.