Allarme per la partita di ritorno
Vertice al Viminale per le misure di sicurezza, Roma-liverpool sarà blindata
ROMA Ventotto giorni nel carcere di Liverpool, poi il prossimo 24 maggio il processo. Immobili, con una tuta grigia addosso, Filippo Lombardi e Daniele Sciusco, hanno ascoltato i capi d’imputazione nell’aula della South Sefton Magistrates Court. I due Fedayn della Roma hanno negato di aver partecipato al pestaggio dell’imprenditore irlandese Sean Cox fuori dall’anfield Stadium. Assistiti dall’avvocato Melanie Cooke, fondatrice della Football Law Associates (studio legale che difende gli ultrà, in collegamento con lo specialista romano Lorenzo Contucci), i tifosi giallorossi sono stati rinviati a giudizio (rifiutata la cauzione per il pericolo di fuga), ma non per tentato omicidio.
Lombardi, studente universitario di Cinecittà, è accusato ora di «disordini violenti» e lesioni gravissime nei confronti di Cox, ancora in prognosi riservata al Centro neurologico Walton. Sciusco, impiegato di Roma Sud, solo del primo reato. Altri quattro romanisti sono stati invece multati e rilasciati.
Fra loro anche Edoardo Ranalli, commerciante d’auto, accusato di aver lanciato in campo due monetine da 20 penny: «Le ho tirate facendo attenzione a non colpire nessuno — si è giustificato davanti al giudice —, comunque mi dispiace, è stato un gesto stupido». Ranalli, colpito da daspo di cinque anni in Inghilterra e Galles, è stato rilasciato dietro il pagamento di Aggressione Un momento del blitz degli ultrà romanisti davanti alla Kop (Ansa) una sanzione di 415 sterline (477 euro).
Ma le indagini sugli scontri di martedì pomeriggio proseguono: la Digos romana collabora con i colleghi inglesi per identificare altre decine di giallorossi. Anche nella Capitale. Su Facebook il gruppo «Curva Sud Roma» li ha definiti «i leoni di Anfield», anche se in tanti hanno criticato il comportamento degli ultrà a Liverpool. Il timore maggiore è quello dei pesanti provvedimenti che l’uefa potrebbe prendere nei confronti della Roma in Europa, forse proprio prima della semifinale di ritorno di mercoledì prossimo all’olimpico.
«La responsabilità oggettiva è inevitabile», conferma il presidente del Coni Giovanni Malagò, che definisce l’aggressione al tifoso dei Reds «un episodio inaccettabile. Bisogna usare ogni mezzo contro le persone che discreditano un’intera tifoseria. La
gara di ritorno deve andare per forza bene, perché in caso di problemi o tafferugli saremmo proprio alla follia». Ovvero quella che hanno stigmatizzato i giornali britannici che puntano il dito compatti contro la Roma, che «ha fallito sui nuovi hooligan», ricordando, come fa il Times, i numerosi episodi di aggressione a tifosi inglesi nella Capitale.
E oggi al Viminale vertice fra Uefa, Roma, Liverpool e forze dell’ordine. Saranno illustrate alcune delle misure di sicurezza da adottare non solo il giorno della semifinale, ma anche in quello precedente, con l’arrivo di molti dei 5mila tifosi dei Reds, peraltro in concomitanza con il Concertone del Primo maggio a piazza San Giovanni. La Questura metterà in campo un nutrito schieramento. Si calcola infatti che saranno almeno un migliaio gli ultrà a rischio, schedati come violenti, da tenere sotto controllo. Anche perché il pericolo di vendette contro i romanisti è piuttosto alto.
Capo d’imputazione Cambiato il capo d’imputazione contro i romanisti arrestati: non è più tentato omicidio