La Iaaf impone limiti per il testosterone Semenya nel mirino minaccia causa al Tas
Dal primo novembre di quest’anno le atlete con un livello di testosterone naturalmente elevato dovranno ridurlo (e mantenerlo basso per almeno sei mesi di fila) entro 5 nmol/l se vorranno partecipare ad eventi internazionali, in gare dai 400 metri al miglio, compresi gli ostacoli. La decisione drastica della Iaaf, la Federatletica internazionale, mette nel mirino il caso più noto di iperandrogenismo dello sport mondiale: Caster Semenya (foto), olimpionica degli 800 metri che, secondo alcuni studi, con le nuove regole potrebbe correre fino a sette secondi più lenta. «Abbiamo la responsabilità di garantire parità di condizioni per gli atleti — ha dichiarato il presidente Sebastian Coe — in gare dove il successo è determinato da talento, dedizione e duro lavoro, piuttosto che da altri fattori. Le prove ed i dati a nostra disposizione mostrano che il testosterone, prodotto naturalmente o inserito artificialmente nel corpo, fornisce significativi vantaggi prestazionali nelle atlete». Indignato il presidente del Comitato olimpico del Sudafrica, Gideon Sam: «La decisione della Iaaf trascina il nome di Caster nel ventilatore della pubblicità. Temiamo che queste regole siano state approvate senza prendere in considerazione tutti i fattori». I nuovi parametri dettati dalla Iaaf sui livelli di testosterone ammessi per le atlete potrebbero essere impugnati davanti al Tribunale di arbitrato dello sport (Tas) dalla Semenya.