«Arbitraggio scandaloso» Orsato diventa un caso
Daniele Orsato nella bufera. L’arbitro di Inter-juventus criticato per alcune decisioni durante l’emozionante incontro di San Siro. La società nerazzurra protesterà con i vertici arbitrali. Sui social divampa l’ira dei tifosi. Polemiche anche per il saluto di Allegri al quarto uomo Tagliavento.
Più che Orsato un «orsacchiotto». Docile, tremebondo, incerto, sicuro solo quando espelle Vecino per quell’entrata così scomposta su Mandzukic. In tutte le altre occasioni quello che passa per essere il miglior arbitro italiano si rivela un impiastro di prima categoria. Il buon arbitro può sbagliare, succede, e succederà sempre, Var o non Var, l’errore fa parte del gioco, ma non deve mai perdere l’equilibrio, l’omogeneità di giudizio. È qui che nasce il sospetto. Bello sdrammatizzare nello sport, intenzione quotidiana anche di queste pagine, ma quell’atmosfera finale da «quattro amici al bar», tipo Allegri & Tagliavento, stride con l’abituale protocollo. Anche perché la Juve stessa, per amor di sincerità, s’arrabbia, protesta e contesta quando sulla sua strada trova un Orsato travestito da Oliver che gli fischia contro un rigorino che rovina una grande impresa. Ovvio che la prestazione di sabato sera di Orsato, così sbilanciata, generi processi indiziari. Il secondo giallo a Pjanic l’avrebbe sventolato anche un bambino. Orsato, per nulla coperto, anzi con visuale piena e aperta, e che aveva appena buttato fuori Vecino, fa finta di nulla: perché mai? Si sveglino i grandi capi degli arbitri italiani, Nicchi & Rizzoli: questo campionato così intenso (fino a ieri) ha bisogno di equilibrio. E qui la sudditanza psicologica non c’entra proprio nulla.