Friuli Venezia Giulia, la Lega cerca il trionfo per pesare a Roma
Oggi i risultati. Votanti in forte calo rispetto alle Politiche
TRIESTE Dacci oggi il nostro Ohio quotidiano. Ammesso che esista, il Dio della politica ha fatto del Friuli Venezia Giulia l’ennesimo crocevia decisivo, o presunto tale, per le sorti del futuro governo. Anche questa è una prima volta. L’altra è legata al voto in un giorno solo. Le urne sono state aperte dalle 7 alle 23 per un milione e centomila persone. Alle 19 aveva votato il 38,4%, con un forte calo rispetto alle Politiche quando l’affluenza alla stessa ora era al 62,4%: ma alle Regionali del 2013, con i seggi aperti la domenica e il lunedì, votò appena il 50,5%.
Il risultato, come due settimane fa quello del Molise, verrà soppesato in chiave nazionale, ennesimo banco di prova dei rapporti di forza tra i partiti, soprattutto all’interno di una coalizione, quella del centrodestra. Il suo candidato, il leghista Massimiliano Fedriga, è il netto favorito nei sondaggi. Ma conteranno molto le preferenze date ai singoli partiti. Lo scorso 4 marzo la Lega ha ottenuto il 25,8 per cento, Forza Italia si è fermata al 10,7%, ben sotto la sua media nazionale, mentre M5S ha preso il 24,6% dei voti.
Il Pd ha l’obiettivo dichiarato di evitare l’umiliazione del terzo posto. Il Fvg è una delle regioni che rappresentano in modo plastico il malessere dei democratici, che sono passati dai 12.000 iscritti del 2010 agli attuali 4.800. Negli ultimi due anni, mentre al governo c’era una giunta guidata da Debora Serracchiani, al tempo vicesegretario nazionale, il Pd ha perso tre capoluoghi come Trieste, Pordenone e Gorizia, oltre alla roccaforte operaia di Monfalcone. L’ex sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello, si disputa la seconda posizione con Alessandro Fraleoni Morgera dei Cinque Stelle, ricercatore universitario romano, ex militante di An che vive in Fvg dal 2008, scelto su chiamata diretta da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio.
Tutti i leader hanno battuto la Regione in lungo e in largo, sottolineando, o sminuendo a seconda dei casi, l’importanza del voto in prospettiva della formazione del nuovo governo nazionale. La Lega si gioca molto. La tenuta dell’abbraccio triestino tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi potrebbe essere decisa dal risultato regionale. Il Carroccio ha ottenuto dagli alleati ancora più di quel che chiedeva. L’accordo iniziale prevedeva un aspirante presidente della Regione di FI, mentre il partito di Matteo Salvini aveva ottenuto la candidatura poi confermata di un suo uomo a Udine, il villaggio di Asterix del centrosinistra a Nord-est, uno dei 19 Comuni dove si è votato ieri, il più importante per il suo valore simbolico. La ribellione delle truppe cammellate leghiste in occasione di una visita di Salvini ha portato alla ribalta Fedriga. Bingo.
Adesso l’ex ragazzo prodigio della Lega, veronese di nascita ma triestino di adozione, ha bisogno di un successo schiacciante per consentire al mentore Salvini di giocarsi al meglio le carte a Roma. Ma per raggiungere la maggioranza assoluta, che la legge elettorale del Fvg fissa al 45%, conterà parecchio il quarto incomodo. Sergio Cecotti è il candidato presidente del Patto per l’autonomia, una forza trasversale nata dall’iniziativa di sindaci e amministratori, che minaccia di drenare voti ovunque. Lo spoglio delle schede inizierà questa mattina alle 8. Non dovesse bastare il Friuli Venezia Giulia, incombono le elezioni in Val d’aosta (20 maggio) e in Trentino Alto Adige (27 maggio). Gli Ohio italiani non finiscono mai.