Corriere della Sera

Lampi di Calhanoglu e Bonaventur­a Il Milan si riaccende a Bologna

Sprechi e rischi nella ripresa, ma dopo 42 giorni i rossoneri tornano alla vittoria

- DALLA NOSTRA INVIATA Arianna Ravelli

BOLOGNA Come diceva la biografia dell’allenatore del Milan «chi nasce tondo non muore quadrato», così la sua squadra che, senza quasi sapere come, si scopre cinica e implacabil­e nel primo tempo della sfida con il Bologna, chiuso con un vantaggio di due gol (Calhanoglu e Bonaventur­a) dopo due tiri in porta, nella ripresa torna subito quella di sempre: la squadra sciupona che sbaglia gol a raffica (almeno quattro) e che, per non avere chiuso i conti, rischia di buttare altri punti preziosi. Ancora una volta ci pensa Donnarumma, fin lì in versione tutt’altro che perfetta: resta in piedi fino all’ultimo e salva su tiro ravvicinat­o di Mbaye. Ora sì che li riconoscia­mo, veniva da dire. Il gol di De Maio, di testa (angolo di Verdi), così, resterà l’unico del Bologna, che aggiunge la sua (giustifica­ta) protesta a quelle del weekend: sull’1-0, infatti, una rete di Orsolini viene annullata per un precedente tocco di mano di Palacio, il quale si vede ribattere sul braccio un rimpallo da flipper. Giacomelli guarda la tv e annulla, ma posizione e distanza inducono alla perplessit­à. Poco dopo il Milan raddoppier­à.

Rino Gattuso, lo hanno imparato tutti, in particolar­e i suoi giocatori, è uomo dalla parlantina franca e la sintesi migliore è sempre la sua: «Non abbiamo risolto tutti i problemi, se giochiamo così è difficile vincere la Coppa Italia». Ci sono 10 giorni per pensarci. A Bologna però contava più di tutto ritrovare la vittoria dopo 42 giorni, non lasciar scappare l’atalanta che è sesta, smorzare le tensioni respirate in settimana, scacciare un po’ di quell’apatia-rassegnazi­one-depression­e-strano sentimento di offesa nell’amor proprio che da troppo tempo prende i giocatori del Milan quando, a primavera, si accorgono che non devono più lottare per obiettivi ambiziosi, come se spettasse loro di diritto. È contro tutto questo che Gattuso ha rivolto la sua inveterata della vigilia e qualche risultato, forse, lo ha ottenuto, anche se il suo Milan inizia piuttosto male: ritmi lenti, un palleggiar­e sterile, zero pericolosi­tà.

È il Bologna di Donadoni, con pochissimo da chiedere al pomeriggio se non lo sfizio di battere finalmente una grande e con il tridente Orsolinipa­lacio-verdi, a partire meglio: un colpo di testa di Orsolini finisce sul palo, ma l’arbitro fischia il fuorigioco prima che Palacio metta in rete. Quando il Milan si ricorda di verticaliz­zare, la partita cambia. La notizia migliore della giornata, per Gattuso, è l’aver ritrovato Calhanoglu dopo l’infortunio, e Bonaventur­a, dopo l’appannamen­to: il primo segna con un destro rasoterra chirurgico alla fine di un’azione in cui ciascuno fa quello che gli viene meglio: lancio di Bonucci, inseriment­o di Kessie, sponda di Cutrone. È il 34’, è il primo tiro del Milan. Sull’imbucata di Locatelli e il cambio di gioco di Calhanoglu, Jack firmerà il raddoppio.

Nella ripresa, come detto, la squadra si dedica allo spreco: Cutrone prende un palo, Suso vanifica una bella giocata di Calhanoglu, Cutrone fa lo stesso con una serpentina di Suso, Jack centra la traversa. Ieri è andata bene: d’altronde la squadra è giovane (23 anni e 173 giorni di età media sono la principale ragione per cui Gattuso sorride), e il cinismo è roba da vecchi.

 ?? (Lapresse) ?? Cinquanta Franck Kessie, 21 anni, sfugge a Adam Masina, del Bologna. Il rossonero ha giocato ieri la sua 50ª partita stagionale
(Lapresse) Cinquanta Franck Kessie, 21 anni, sfugge a Adam Masina, del Bologna. Il rossonero ha giocato ieri la sua 50ª partita stagionale

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