La domenica terribile di Sarri
Gli azzurri si inchinano alla Fiorentina, ora la Juventus ha 4 punti in più
FIRENZE Se il Napoli lo scudetto lo ha davvero perso qui, com’è molto probabile, lo sapremo con certezza solo fra due settimane, dopo Roma-juventus della penultima, ma di una cosa Sarri e i suoi già sono consapevoli: dovesse Madama quella sera buttare punti, il ricordo di quanto avvenuto ieri al Franchi si tramuterà in un incubo che li perseguiterà per lungo, lunghissimo tempo. Verrebbe da dire che se c’era un giorno sbagliato per piantarsi era questo, se non fosse che è ormai un pezzo che il Napoli non è più il Napoli: idee poche e confuse, una collettiva lentezza di corsa e di pensiero, gente come Mertens che già col linguaggio del corpo confessa il dramma della propria rassegnazione, come fosse lui il primo a sentire dentro di sé che Torino è stata un’eccezione.
S’è visto il peggior Napoli della stagione, la prima sconfitta in trasferta dopo 30 partite ha segnato la fine del sogno. Pioli l’aveva messo in chiaro, la sua Fiorentina a scansarsi non ci ha mai pensato, infatti è andata a conquistarsi - grazie a una tripletta di Simeone, centravanti ogni domenica più adulto - una vittoria meritatissima che da una parte le sarà d’aiuto nella rincorsa all’europa e che dall’altra ha demolito i benefici dell’impresa del Napoli allo Stadium. Da -1 di nuovo a -4: a tre giornate dalla fine è la fossa delle Marianne. Ma che il Napoli avesse cominciato a perdere già dalla tarda sera di sabato, davanti alle tivù dell’albergo, lo ha confermato innanzi tutto il fallimentare approccio al match: se dopo nemmeno 10 minuti la prima fesseria la commette l’eroe dello Stadium, Koulibaly, facendosi espellere per un evitabilissimo fallo da ultimo uomo sempre sul Cholito, significa che testa e cuore stavano già altrove. E che già non ci si credeva più.
Il resto è stata una conseguenza. «Un crollo nervoso» l’ha definito Sarri, ammettendo che «forse qualcuno ha sbagliato atteggiamento pensando
Miracolo
Dopo appena 8 minuti espulso Koulibaly. Per recuperare adesso servirebbe un miracolo