Corriere della Sera

Lazio, 3 passi verso la Champions Il Toro ipnotizzat­o da Milinkovic

Inzaghi perde Immobile, ma ottiene la vittoria che lo porta al 3° posto con la Roma

- Torino Lazio 0 1 Giampiero Timossi

La fantasia è un posto dove ci piove dentro, scriveva Italo Calvino. Ieri sera sul prato dello stadio Grande Torino era tornato il sereno, poi è arrivato un lampo di Sergej Milinkovic Savic. Vince la Lazio, riaggancia la Roma al terzo posto, altre tre partite e poi si capirà chi disputerà la prossima Champions League. L’inter scende a meno quattro dalle romane: per i biancolest­i resta ancora lo scontro diretto con i nerazzurri di Spalletti. Si giocherà all’olimpico, l’ultima domenica di campionato. Se le cose restassero così, quel giorno i giochi già sarebbero fatti.

Doveva essere la serata dei due attaccanti azzurri, della sfida tra l’ex Ciro Immobile e il capitano granata Andrea Belotti. Il primo si è infortunat­o subito, il secondo non si è visto mai.

L’attaccante della Lazio finisce presto la sua serata. Uno scatto, l’ennesimo, al 15’ risulta fatale. Si tocca la coscia, chiede il cambio, sospetto stiramento, con interessam­ento dei legamenti, rischio di chiudere qui la stagione. A rischio anche il sogno di acciuffare la Scarpa d’oro che con due numeri in più (31 gol) sta ancora calzando Salah, egiziano del Liverpool.

La Lazio parte fortissimo, pressing alto, pressione al limite dell’area granata. Inzaghi preferisce Luis Alberto sulle trequarti, Lucas Leiva non fa per nulla rimpianger­e l’ormai dimenticat­a cessione di Biglia. La squadra corre e cuce, il Torino disfa, ma sbaglia nel cercare di tagliare le giocate da una parte all’altra del campo: è quello che chiede Mazzarri, i suoi sono imprecisi, l’allenatore s’infuria.

Al 23’ rigore per la Lazio, niente Var, la decisione è immediata. Nkoulou stende in area Milinkovic Savic, dal dischetto calcia Luis Alberto. Sirigu non solo para, blocca pure il calcio di rigore. Di nome il portiere del Toro fa Salvatore, potrebbe bastare, non basterà. Ma non è una novità: quest’anno contro i granata l’arbitro rigori parati da Sirigu degli ultimi quattro calciati contro. Nei precedenti 18 tiri ne aveva parato solo 1 ha fischiato 8 rigori, tre degli ultimi quattro li ha neutralizz­ati chi ha già fatto il vice di Buffon in Nazionale. E che meriterebb­e di essere richiamato.

Il Toro si sveglia, ma non troppo. La Lazio frena, ma giusto un po’. Belotti, si è detto, ma si può ripetere, non tiene un pallone. L’idea di Mazzarri (avvicinarg­li il giovane Edera) svanisce più per la serataccia del capitano, che per la prova del giovane compagno. Il Toro paga la serataccia di Nkoulou in retroguard­ia e

SERIE A

troppe imprecisio­ni, magari per colpa di una certa stanchezza di fine stagione. Decide il lampo di Milinkovic Savic, che di testa, nell’ingorgo della piccola area granata, raccoglie un calcio d’angolo e spedisce nella rete granata. A fine gara dice: «Speriamo sia il gol decisivo per la Champions, ci restano tre finali». Segna Sergej, fratello di Vanja Milinkovic Savic, il vice in granata di Sirigu. Per il Toro piove sul bagnato.

GDecisivo

Il gol di Milinkovic­savic che decide la sfida con il Torino, squadra in cui milita il fratello dell’attaccante laziale, portiere di riserva (Getty Images)

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