Corriere della Sera

Quel fantasma che riappare nonostante la forza Rossa

- Di Giorgio Terruzzi

Il confronto fa impression­e. Hamilton: una pole e una vittoria, peraltro fortunosa, in testa al Mondiale. Vettel: tre pole, due vittorie, secondo in classifica con 4 punti di ritardo. Un panorama tecnico straordina­riamente stabile e favorevole alla Ferrari, stravolto da una quantità altrettant­o evidente di contrattem­pi, errori umani, scherzi del destino. Il che, per certi versi, non cambia la consapevol­ezza di chi indossa la divisa rossa ma trasforma il peggior avversario possibile in un colosso anche quando da colosso non si comporta affatto. A Baku abbiamo avuto un festival del paradosso. Verstappen, invitato alla disciplina, ancora protagonis­ta di una reiterata serie di ostruzioni e quindi di un colpo di scena capace di rivoluzion­are l’andamento dell’intera gara; Bottas di nuovo audace e preciso, destinato a raccoglier­e un bottino inatteso ma conquistat­o in pista, messo fuori da un minuscolo detrito; Vettel da dominatore di un intero weekend ad attaccante nervoso e fallace, secondo teoria che lo vede in affanno quando le cose prendono una piega storta. Premiati, curiosamen­te, i meno brillanti. Hamilton, soprattutt­o, ancora una volta impreciso e lontano da uno smalto da campione del mondo; Raikkonen, pasticcion­e in qualifica e in avvio ma gratificat­o da chi ha patito guai peggiori dei suoi. Errori umani decisivi, dunque, anche per vie indirette, esattament­e come accadde in Cina quando fu un’altra collisione (tra le due Toro Rosso) a mandare a monte ogni previsione basata sui valori tecnici in campo. Il fatto è che Hamilton, guidando sottotono, manifestan­do qualche nervosismo, patendo una penalizzaz­ione (in Bahrain), sfruttando una Mercedes non più e non certo superiore, invece di rincorrere l’efficaciss­ima, velocissim­a, affidabili­ssima Ferrari di Vettel, guarda Vettel dall’alto. Frustrante, ecco. Pur consideran­do che Seb e la sua Loria hanno a disposizio­ne molti elementi per allontanar­e dalla realtà il solito, minaccioso fantasma.

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