Corriere della Sera

Autoscontr­i e colpi di scena

- DAL NOSTRO INVIATO

BAKU Finisce con Lewis Hamilton che arriva in ritardo alla cerimonia di premiazion­e per consolare Valtteri Bottas. Il finlandese è distrutto dentro, come quella gomma scoppiata a tre giri dal traguardo mentre era in testa. Una safety car lo aveva spedito in orbita, un detrito di carbonio gli ha tolto le ali.

È stata una discesa brusca tanto per lui quanto per Sebastian Vettel. Quarto dopo aver dominato per 30 giri, perde la corsa che avrebbe dovuto consacrarl­o nel Mondiale e si ritrova a -4 da Hamilton. Delle 63 vittorie in carriera questa per l’inglese è fra le più inattese. Non lo nasconde: «Valtteri meritava il successo e anche Sebastian è stato bravissimo. Ho fatto una bella rimonta ma non avevamo il passo per battere la Ferrari».

Per la terza volta in quattro gare una safety car è stata decisiva. Non la prima, intervenut­a per la bagarre alla curva 1 dove si è visto di tutto. Fernando Alonso, colpito dalla carambola innescata dal russo della Williams Sergey Sirotkin, tornare ai box senza due gomme in stile Gilles Villenueve a Zandvoort nel 1979. Esteban Ocon concludere a muro dopo un contatto con Kimi Raikkonen, ma due ore dopo la fine del Gp, è arrivata la sentenza dei commissari che assolve il ferrarista e conserva quel secondo posto ottenuto dal finlandese guidando lontano dalla corrida e sfruttando le disgrazie altrui: «Sicurament­e il finale mi ha agevolato — spiega Iceman — ma io ho sempre cercato di tenermi a distanza dai guai e di non commettere errori».

Come Sergio Perez, terzo e punti di vantaggio per Lewis Hamilton su Sebastian Vettel nella classifica piloti. Per l’inglese è la prima vittoria in Azerbaigia­n

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