Corriere della Sera

Nella battaglia di Baku

Lewis incassa il successo: «Non avevo il passo per battere Seb»

- Daniele Sparisci

incredulo, prosciolto anche lui per l’uso irregolare dell’ala mobile (ieri c’era un problema nel sistema della Fia che gestisce il calcolo del distacco fra una macchina e l’altra e che consente l’attivazion­e automatica del Drs). Vettel era stato impeccabil­e al via, poi aveva costruito la sua trincea di vantaggio sulle due Mercedes. Se è crollata è perché sono successe due cose: Bottas è riuscito a fare 40 giri con le gomme supersoft (tantissimi), non poteva prevedere l’ingresso di una seconda safety ma ci sperava come tutto il box argentato.

È arrivata provvidenz­iale dopo l’assurdo regolament­o di conti fra i galli della Red Bull. Daniel Ricciardo tampona Max Verstappen sul rettilineo nel tentativo di passarlo, ma fra i due c’era stata un’escalation di provocazio­ni innescata dall’olandese. A quel punto Bottas completa lo scacco su Vettel con il pit stop, sfruttando la macchina con i lampeggian­ti, e il tedesco è costretto a fotocopiar­e la sua strategia fermandosi a sua volta. Ma c’è un terzo episodio chiave: Romain Grosjean va in testacoda dietro alla safety. Un errore incredibil­e che ne ritarda l’uscita di pista e riduce le possibilit­à per Vettel di riprenders­i il comando. I titoli di coda scorrono sull’attacco fuori misura di Seb e sui brandelli di pneumatico di Valtteri. A Baku il thriller è un genere che non passa mai di moda.

Delusione e gioia Safety car ancora decisiva. La delusione di Bottas, la gioia di Perez, 3° dietro a Raikkonen

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