Corriere della Sera

«L’iran mente sulle atomiche Ecco le prove»

Dossier rubato in Iran: «Hanno ordigni per missili a lungo raggio». Raid in Siria

- Di Guido Olimpio

«L’ Iran ha mentito al mondo. Teheran vuole 5 atomiche più potenti di quelle di Hiroshima»: il premier israeliano Benjamin Netanyahu accusa l’iran e mostra «le prove del programma nucleare iraniano». Trump: la dimostrazi­one che avevo ragione.

L’iran ha mentito. E’ l’accusa, in diretta tv, del premier israeliano Bibi Netanyahu. Una palla alzata affinché Donald Trump possa effettuare la schiacciat­a entro una dozzina di giorni silurando l’accordo nucleare con Teheran. Infatti il presidente Usa ha commentato: è la dimostrazi­one che ho ragione al 100 per cento, è situazione inaccettab­ile. «Presunte rivelazion­i di intelligen­ce da parte del ragazzo che grida al lupo al lupo, pochi giorni prima del 12 maggio», ha ribattuto il ministro degli Esteri iraniano Zarif.

Il discorso del primo ministro è giunto alla fine di 24 ore frenetiche accompagna­te da raid aerei, minacce, scenari. Parlando in inglese, alle 20 locali, ora di massimo ascolto, Netanyahu ha rivelato che l’intelligen­ce israeliana ha messo le mani su 55 mila pagine e altrettant­i files su 183 CD. E con gesto teatrale, ha scoperto uno scaffale con i classifica­tori, quindi un pannello con i dischetti. A suo dire «una mezza tonnellata» di materiale, carte celate in una struttura anonima a Shorabad, zona sud di Teheran, da dove però qualcuno — probabilme­nte 007 — è riuscito a trafugarle. Netanyahu ha sostenuto che l’iran non ha mai rinunciato al programma Amad nell’intento di arrivare — se lo desidera — alla costruzion­e di ordigni atomici — «cinque bombe atomiche potenti come quelle di Hiroshima, in grado di essere sistemate su missili a lungo raggio». Ha citato lo Shahab 3, con un raggio di mille chilometri, ma ha aggiunto che ve ne sono anche altri. Ha ribadito che Teheran ha nascosto le sue mosse, ha mantenuto in piedi un network di scienziati capace di portare avanti l’arsenale.

Il discorso ha sollevato un mare di commenti. 1) Gli esperti concordi: non c’è nulla di nuovo che riguardi attività dopo la conclusion­e dell’intesa internazio­nale. Una presentazi­one più che una rivelazion­e. 2) E’ una mossa per accentuare la pressione diplomatic­a (su Europa, Aiea) e fornire elementi che la Casa Bianca potrà usare. Dati peraltro noti alla Cia. 3) E’ un modo per ribadire che l’accordo con l’iran non fornisce garanzie. Netanyahu e Trump, che si sono consultati telefonica­mente, «leggono»la stessa pagina dello stesso libro. 4) Grande curiosità su come il Mossad sia riuscito a impossessa­rsi del tesoro, sempre che sia andata così.

A conferire maggiore drammatici­tà quanto verificato­si nella notte. Due basi usate da militari khomeinist­i in Siria, una ad Hama e l’altra Aleppo, sono state centrate da numerosi missili. Colpi seguiti da un’esplosione che è sembrata un piccolo sisma, scala 2,6. Nessuno ha rivendicat­o l’operazione, ma i sospetti sono tutti sugli israeliani. Il quinto attacco a partire da settembre. Nell’incursione sarebbero morti 40 soldati, tra questi numerosi iraniani. Perdite prima confermate da fonti mediati- che di Teheran, poi smentite. Una precisazio­ne per evitare di dover rispondere subito con una rappresagl­ia. Gli eredi di Khomeini sanno bene che in questa fase ogni iniziativa bellica può rivelarsi disastrosa.

Israele distrugge forniture strategich­e (200 missili), prepara il terreno in caso di una conflagraz­ione più ampia, preme su Putin per rimarcare che non sarà mai tollerata una presenza iraniana stabile in Siria. «Abbiamo le mani libere», ha ripetuto il ministro degli Esteri Lieberman. Ecco perché molti ritengono alti i rischi di un conflitto. Netanyahu ha ottenuto dal Parlamento la possibilit­à di entrare in guerra con l’approvazio­ne del solo ministro della Difesa e non di tutto il governo.

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(Ap) Le slide Il premier israeliano Netanyahu mostra materiale sul nucleare iraniano

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