Ego per ego
Di Maio accusa Matt-ego Renzi di avere un ego smisurato. Renzi non ha potuto rispondergli perché era impegnato a farsi un selfie davanti allo specchio. Eppure, quanto a ego, non scherza neanche il capo di Raggi di Sole e tutte le altre Stelle, che pretende di sottoporre contratti a chiunque senza allearsi con nessuno: al potere vuole andarci da solo, con gli amici della Casal-ego Associati. Poi c’è l’ego a lunga conservazione di chi, in un raro sprazzo di umiltà, prima di entrare in politica commissionò a una sua rivista il seguente sondaggio: è più popolare Berlusconi o Gesù Bambino? Gesù Bambino si dovette accontentare della vicepresidenza, lo stesso ruolo a cui adesso Matt-ego Salvini vorrebbe relegare lui. Il leader della Lego, un apostrofo verde tra le parole m’amo, ha postato ieri su Facebook la carta del due di picche per illustrare l’alta considerazione in cui tiene gli avversari, alleati compresi.
Un tempo l’ego arroventato era un prerequisito per entrare in politica. Ora lo è diventato per non uscirne. Appaio più indispensabile se minaccio di andare alle elezioni per avere il governo o se minaccio di andare al governo per avere le elezioni? Se resto zitto e li lascio parlare di me o se ricomincio a parlare di me proprio quando si erano illusi che restassi zitto? Però l’algebra politica ha regole ferree: Casal-ego per Silvi-ego diviso Matt-ego al quadrato uguale Gentiloni premier a vita. Qui lo dico e qui lo ego.