Corriere della Sera

«Ci vediamo in direzione». Sfida nel Pd

Martina rilancia e attacca Renzi. Franceschi­ni: l’ex premier un signornò. E lui: continuo a dire la mia

- Giuseppe Alberto Falci

Al Nazareno volano gli stracci. E si contano le ferite dopo l’uscita tv di Matteo Renzi. Le parole dell’ex segretario Pd di chiusura totale al dialogo con il M5S infiammano gli animi. Il primo bersaglio interno dell’ex sindaco di Firenze si chiama Maurizio Martina, il reggente che dall’indomani della debacle elettorale cerca di traghettar­e la nave dei democratic­i.

Dopo 18 ore di silenzio Martina attacca: «Ritengo — scandisce — ciò che è accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito. Così un partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società». Non intende arrendersi il «reggente» («Dimissioni? No, assolutame­nte»), annuncia invece che porterà la sua posizione alla direzione di giovedì, dove, assicura, «servirà una discussion­e franca e senza equivoci perché è impossibil­e guidare un partito in queste condizioni». A sera la replica di Renzi: «Rispetto per tutti, censura per nessuno: davvero tutti possono andare in tv tranne uno? Non scherziamo, amici. Continuerò ad ascoltare tutti e a dire la mia ovunque: in direzione, in assemblea, in Parlamento, sui social, in tv». E ancora: «Io penso che votare un governo Di Maio sarebbe tradire il mandato degli elettori».

Fra i dirigenti del Pd in tanti non hanno gradito le parole dell’ex segretario. Dario Franceschi­ni si è servito di Twitter per sottolinea­re come «dalle sue dimissioni Renzi si è trasformat­o in un signornò, disertando ogni discussion­e collegiale e smontando quello che il suo partito stava cercando di costruire. Un vero leader rispetta una comunità anche quando non la guida più». Dello stesso tenore l’attacco di Michele Emiliano: «Per ben due volte, a distanza di pochi mesi, il segretario­premier del Pd si è dovuto dimettere da tutto. Ciononosta­nte, insiste nel voler riproporre il suo ruolo di leader formale o di fatto senza prendere atto del giudizio degli elettori». Un giudizio critico arriva anche da Andrea Orlando: «Non c’è una linea né condivisa né maggiorita­ria, non si capisce chi dirige il partito». E anche chi, come Nicola Zingaretti, è solito misurare le parole, non si risparmia: «Se si va in tv, a poche ore dalla direzione, a fare uno show si genera solo caos e confusione. Questo dopo una lunga serie di sconfitte è molto grave».

I renziani fanno quadrato attorno al proprio leader. Il presidente del Pd Matteo Orfini parla di «normale confronto di idee. Al quale hanno partecipat­o tutti quelli che ora si lamentano. Ricordo che ci chiamiamo Partito democratic­o e a nessuno può essere chiesto di non dire ciò che pensa». Mentre Lorenzo Guerini invita «tutti alla calma e ad abbassare i toni».

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I franceschi­niani
La corrente del ministro è favorevole al dialogo con i 5 Stelle Dario Franceschi­ni Ministro ai Beni culturali e al turismo, 59 anni 10
I martiniani
È la corrente minoritari­a e, anche qui, c’è apertura al confronto Maurizio...
20 I franceschi­niani La corrente del ministro è favorevole al dialogo con i 5 Stelle Dario Franceschi­ni Ministro ai Beni culturali e al turismo, 59 anni 10 I martiniani È la corrente minoritari­a e, anche qui, c’è apertura al confronto Maurizio...
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Gli orlandiani
Il Guardasigi­lli e i suoi hanno manifestat­o dubbi sulla linea di Renzi Andrea Orlando Ministro della Giustizia, deputato dal 2006, 49 anni
32 Gli orlandiani Il Guardasigi­lli e i suoi hanno manifestat­o dubbi sulla linea di Renzi Andrea Orlando Ministro della Giustizia, deputato dal 2006, 49 anni
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I pesi in direzione
I renziani
Su 209 membri della direzione, la maggior parte è in quota Renzi Matteo Renzi
Ex premier ed ex segretario del Pd, 43 anni
81 I pesi in direzione I renziani Su 209 membri della direzione, la maggior parte è in quota Renzi Matteo Renzi Ex premier ed ex segretario del Pd, 43 anni

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