Luci, coperte, rumori Quando il «nemico» è in camera da letto
Lo studio: 1 coppia su 10 dorme in ambienti separati
Per cento
Le coppie che decidono di dormire in letti separati Volte
Quelle che, in media, ci si muove durante una notte Per cento
Gli uomini che soffrono di «russamento», il 4 per cento in forma grave
Superato l’impatto inquietante, il prototipo ideale forse è proprio lui: il Marito-faraone. «Si addormenta di schianto, schiena contro il materasso, mani giunte sul petto come Tutankhamon, testa allineata ai piedi, verticali e paralleli, respiro impercettibile, non sente i rumori, non vede le luci, immobile fino al mattino. La prima volta ho temuto che fosse morto, poi mi ci sono abituata (non il suo sventurato amico, con cui una volta soggiornò in tenda, che passò le ore a osservarlo alla luce dell’accendino, convinto che stesse ormai più di là che di qua)», racconta lieve la nostra (fortunata) lettrice Ilaria A., che festeggia i 25 anni di nozze con «la salma».
Luminosa eccezione alla regola per cui il nemico numero 1 del nostro riposo lo abbiamo in camera da letto e appoggia la guancia sul cuscino accanto. Moglie o marito, compagna o compagno che sia, il punto non è il genere o lo stato civile, ma la difficile convivenza in un campo di battaglia da 4 metri per 5, se va bene, location di bisticci epocali, come in un interminabile sequel di Casa Vianello. Dove si scontrano abitudini, manie e bioritmi diversi. «Io per lavoro torno a mezzanotte, mia moglie alle 7 accende il phon per lisciarsi la frangia e mi sveglia con una tromba d’aria ciclonica», si sfoga un altro povero insonne. Poi c’è quello vessato dalla moglie allodola, che non chiude mai le tapparelle costringendolo a fare la ronda finestra per finestra per sventare l’effetto aurora boreale. Non è un caso se, dice il sondaggio 2015 della National Sleep Foundation, il 25% delle coppie dorme in letti separati, il 10 in ambienti diversi.
Chi cerca il buio assoluto, chi va in ansia se non intravede un filo di luce, chi vuole la porta chiusa, chi è claustrofobico, chi legge fino a tardi, chi scalcia come un wrestler, chi viene cullato dalla tv accesa, chi brama il silenzio da eremo, chi si arrotola nelle coperte tipo mummia, fino alle categorie aristoteliche di chi sente sempre caldissimo e smania e sbuffa (perlopiù maschi pro Siberia) e chi ha il brividino anche nella Valle della Morte (femmine, per cui i Celsius sono una convenzione) e fino all’archetipo del molestatore notturno: il russatore seriale, a fischio, a motosega, a trattore, a soffione.
Non è solo questione di malumore. «L’insonnia favorisce i disturbi cardiocircolatori, ipertensione, aritmia cardiaca» , spiega Pierluigi Innocenti, neurologo e presidente dell’assirem, che studia i disturbi del sonno. «Inoltre aggrava problemi metabolici come il diabete. L’iperattività del sistema neurovegetativo simpatico provoca deficit di concentrazione e memoria». Dopo 56 anni insieme Lino Banfi non sa fare a meno della sua Lucia: «Capita che resti sveglia a fare i cruciverba o che io guardi la tv, ma sempre d’amore e d’accordo, spesso ci addormentiamo mano nella mano».
Conclude saggio il matrimonialista Cesare Rimini: «Turbare il sonno altrui rientra nell’infinita serie di incomprensioni che logorano l’unione, ma non è mai per questo che finisce un amore, invece che il coniuge in fondo basta cambiare stanza».