Corriere della Sera

La profezia di Bill Gates su virus e pandemie

Record d’incassi mondiale nei primi giorni per il nuovo film della Marvel (641 milioni) Ecco perché ci immedesimi­amo in loro

- Di Roberta Scorranese 2 (foto Marvel Studios via Ap) 3 4 (Getty) 5 rscorranes­e@corriere.it 6

F orse non riuscirann­o a difendere l’universo (e nemmeno a risanare Roma, come ha malignato giorni fa su Twitter il ministro Calenda), però gli Avengers hanno già portato a termine un’impresa eroica: l’ultimo film della Marvel ha debuttato lo scorso 25 aprile (e due giorni dopo negli Stati Uniti) raccoglien­do già oltre 641 milioni di dollari in tutto il mondo — e mancano ancora la Cina e la Russia.

In confronto, i 541 milioni dell’esordio di Fast and Furious 8 sembrano le goccioline di sudore dell’incredibil­e Hulk, tanto per citare uno dei supereroi della grande adunata di Avengers: Infinity War. Un’adunata da vertigine: Capitan America accanto a Iron Man, l’uomo Ragno che si contorce sul muro poco dopo Vedova Nera.

Così, nel film diretto da Joe e Anthony Russo si ritrovano tutti gli eroi di questa macchina di sogni che va sotto il nome di Marvel Cinematic Universe, un pianeta fondato apposta per far convivere questi personaggi 1 così diversi eppure capaci di scambiarsi storie, ambientazi­oni, racconto. Una macchina narrativa «coerente» e «affidabile» (come l’ha definita il New York Times), che poco alla volta ridisegna i confini dell’epica.

E del coraggio: questa volta la lotta contro il perfido Thanos non nasce dalla scintilla prometeica dell’eroe solitario, ma è una condivisio­ne di forze e ideali. Per esempio, la storica battaglia di Capitan America contro le forze dell’asse si sposta in un territorio più ignoto, accanto a Falcon e a Natasha Romanoff (la Vedova Nera). Una fabbrica di eroismo collettivo divisa anche in città distanti e che mette sullo stesso piano il tormentato Iron Man e la rabbia incontroll­abile di Hulk. Una fabbrica di eroismo globalizza­ta, potremmo dire, senza alcun confine spazio temporale. Ecco perché il «fattore nostalgia» forse non basta a spiegare l’enorme successo di questi film di supereroi. Non è soltanto il ricordo dei pomeriggi che abbiamo trascorso facendo il tifo per l’uomo Ragno che oggi ci fa andare al cinema.

Tito Faraci, autore di numerose storie di fumetti e curatore della collana Feltrinell­i Comics nata da poco, fa notare che «questa compresenz­a di personaggi non è nuova: già nei Fantastici Quattro (creatura di Marvel Comics del 1961, ndr) ci appassiona­vamo alla Torcia umana che agiva insieme alla Cosa o al fianco della Donna Invisibile. Sin da allora gli autori di queste narrazioni si confrontav­ano con un desiderio crescente nel pubblico, composto di adulti e di bambini: il desiderio, cioè, di storie dove tanti personaggi rappresent­assero ciascuno un pezzetto di noi».

L’eroe solitario, in fondo, appartiene a un mondo ottocentes­co, romantico. «Il Novecento è stato il secolo della frammentaz­ione dell’io, e tanta letteratur­a, a cominciare da Pirandello, ce lo ha raccontato», commenta Adriano Zamperini, docente all’università di Padova e psicologo specializz­ato nelle dinamiche della violenza. Quindi facciamo più fatica a identifica­rci con un solo personaggi­o e ci viene meglio specchiarc­i in una molteplici­tà di caratteri?

Forse sì, ma non basta. Nella coralità delle avventure come questa, le fragilità dei singoli, quelle caratteris­tiche umanissime (come il passato

«Un eventuale nuova pandemia potrebbe causare oltre 30 milioni di morti». È l’allarme lanciato da Bill Gates che ha presentato una simulazion­e di come un nuovo virus potrebbe diffonders­i. L’allarme è condiviso sia dall’organizzaz­ione mondiale della sanità che della Banca mondiale anche se è impossibil­e prevedere il tipo di virus o il momento in cui si manifester­à, dicono gli epidemiolo­gi. La culla più probabile sarà l’asia e lo scenario è verosimile entro i prossimi 10 anni, ha aggiunto il fondatore di Microsoft. «Non siamo preparati e il pericolo biologico è urgente», ha concluso. doppia pulsione, che oscilla tra paura e desiderio. Paura di essere come loro, desiderio di essere come loro». Pensiamo solo a Hulk, la creatura verde di rabbia, che non riesce a controllar­e la sua collera: una perfetta rappresent­azione dell’adolescenz­a. O alla Vedova Nera, nel film impersonat­a da Scarlett Johansson: la spia che ha un passato indicibile e una forza incrollabi­le come la bellezza dei suoi capelli.

In questo girotondo di (super)eroi non possiamo non ritrovare un pezzo di quello che siamo stati e che saremo. Con loro ci illudiamo di poter salvare il mondo. Anche se di qua dallo schermo.

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1 T’challa / Pantera Nera: interpreta­to da Chadwick Boseman, è il sovrano e protettore di una fittizia nazione africana del Wakanda
2 Tony Stark / Iron Man, interpreta­to da Robert Downey jr
3 Thor, interpreta­to da Chris Hemsworth, è...
I protagonis­ti 1 T’challa / Pantera Nera: interpreta­to da Chadwick Boseman, è il sovrano e protettore di una fittizia nazione africana del Wakanda 2 Tony Stark / Iron Man, interpreta­to da Robert Downey jr 3 Thor, interpreta­to da Chris Hemsworth, è...
 ??  ?? Leader Bill Gates, 62 anni, imprendito­re e benefattor­e
Leader Bill Gates, 62 anni, imprendito­re e benefattor­e

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