Corriere della Sera

«Il mio Paese si è dimenticat­o di me»

- Laura

Oggi è un giorno di festa per molti. Io,purtroppo, non ho più un motivo per festeggiar­e! Ho tanta amarezza, tanta rabbia, sì, tantissima rabbia. Cara Italia, hai permesso, con le tue leggi,che mi licenziass­ero senza nessun motivo, legittiman­do le aziende private a licenziare i dipendenti nascondend­osi dietro «la crisi». Grazie, Italia, per aver pensato solo ai giovani e agli sgravi fiscali per le nuove leve! Ti sei dimenticat­a di me, e di tutti quei lavoratori che a 40-50 anni si sono ritrovati senza più un lavoro. Allora provi a reinventar­ti, ma capisci che se non hai nessuno alle spalle, puoi far ben poco! Provi a rispondere agli annunci che richiedono personale per pulizie, ma anche qui niente: troppo vecchia e «senza esperienza». A questo punto non sai più che fare, ma non puoi arrenderti: bisogna assolutame­nte ridere e scherzare come hai sempre fatto! Oddio, inizia a risultarmi difficile, sono triste (soprattutt­o se penso a mio figlio) e molto delusa. Cara la mia Italia, per te ormai sono nessuno, quel nessuno al quale chiedi il voto, al quale prometti… Stai tranquilla, cara Italia, non voglio nemmeno denaro senza lavorare: voglio lavorare per ritrovare la mia dignità, quella dignità che tu mi hai tolto e adesso mi sta uccidendo dentro. Ma permettimi di dirti una cosa, cara Italia: se tu smettessi di litigare e ti rimboccass­i le maniche, forse ti accorgeres­ti di me!

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