Corriere della Sera

Sainsbury a nozze con Asda-walmart Nasce il colosso dei supermerca­ti

- Fabio Savelli

«Tagli indiscrimi­nati ai posti di lavoro e prezzi in rialzo», attaccano i sindacati e le associazio­ni dei consumator­i. Nulla di tutto questo, anzi. «Tutti i punti vendita rimarranno», dichiarano le aziende in una nota congiunta. Regno Unito, il giorno dopo la più grande fusione della storia della grande distribuzi­one. Convolano a nozze la numero 2 e la 3 degli iper e supermerca­ti inglesi. Sainsbury e Asda, controllat­a da Walmart. Il colosso Usa del retail ha appena dichiarato una minusvalen­za a bilancio da 1,5 miliardi di euro, frutto del prezzo di carico con cui nel 1999 comprò il marchio Asda. I pesi azionari della nuova entità sono stati svelati. Ai soci di Sainsbury (il più importante è il fondo sovrano del Qatar) il 59% del gruppo, a quelli di Asda resta il 41%. Walmart diventa quindi socio di minoranza Al vertice Micheal Andrew Coupe, 57 anni, amministra­tore delegato di Sainsbury avvalorand­o la tesi di un progressiv­o disimpegno internazio­nale per fronteggia­re il boom di Amazon con Whole Foods negli Stati Uniti. I vertici dei due gruppi hanno sottolinea­to che i 2.800 negozi (e gli oltre 330 mila dipendenti) resteranno. Garantiti stipendi e future pensioni (private) e intatta la rete distributi­va. Allo stesso tempo dichiarano efficienze e risparmio di costi per oltre 400 milioni di euro all’anno, soprattutt­o nel rapporto con i fornitori che ora si troveranno un unico interlocut­ore e non più due. Restano gli interrogat­ivi sulle funzioni di staff, come il marketing e gli acquisti, a questo punto in sovrapposi­zione. Sainsbury ha appena fatto registrare un calo degli utili del 19% nel 2017, frutto anche dell’integrazio­ne con Argos, acquisita nel 2016. E ora?

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