Sainsbury a nozze con Asda-walmart Nasce il colosso dei supermercati
«Tagli indiscriminati ai posti di lavoro e prezzi in rialzo», attaccano i sindacati e le associazioni dei consumatori. Nulla di tutto questo, anzi. «Tutti i punti vendita rimarranno», dichiarano le aziende in una nota congiunta. Regno Unito, il giorno dopo la più grande fusione della storia della grande distribuzione. Convolano a nozze la numero 2 e la 3 degli iper e supermercati inglesi. Sainsbury e Asda, controllata da Walmart. Il colosso Usa del retail ha appena dichiarato una minusvalenza a bilancio da 1,5 miliardi di euro, frutto del prezzo di carico con cui nel 1999 comprò il marchio Asda. I pesi azionari della nuova entità sono stati svelati. Ai soci di Sainsbury (il più importante è il fondo sovrano del Qatar) il 59% del gruppo, a quelli di Asda resta il 41%. Walmart diventa quindi socio di minoranza Al vertice Micheal Andrew Coupe, 57 anni, amministratore delegato di Sainsbury avvalorando la tesi di un progressivo disimpegno internazionale per fronteggiare il boom di Amazon con Whole Foods negli Stati Uniti. I vertici dei due gruppi hanno sottolineato che i 2.800 negozi (e gli oltre 330 mila dipendenti) resteranno. Garantiti stipendi e future pensioni (private) e intatta la rete distributiva. Allo stesso tempo dichiarano efficienze e risparmio di costi per oltre 400 milioni di euro all’anno, soprattutto nel rapporto con i fornitori che ora si troveranno un unico interlocutore e non più due. Restano gli interrogativi sulle funzioni di staff, come il marketing e gli acquisti, a questo punto in sovrapposizione. Sainsbury ha appena fatto registrare un calo degli utili del 19% nel 2017, frutto anche dell’integrazione con Argos, acquisita nel 2016. E ora?