Corriere della Sera

I club di A frenano Malagò: annullata l’assemblea

L’incontro spostato al 7 maggio in attesa della decisione del Tribunale sul bando di Mediapro

- Monica Colombo

MILANO Che il rapporto fra il commissari­o Giovanni Malagò e i club di serie A non sia di corrispond­enza di amorosi sensi lo avevamo già intuito nei mesi scorsi fra accuse di protagonis­mo e assemblee a San Valentino per il rinnovo della governance fatte saltare. Ieri l’ultimo atto con la clamorosa retromarci­a effettuata dalla Lega. Dopo aver convocato d’urgenza lo scorso venerdì, ovvero all’indomani della mancata presentazi­one delle fideiussio­ni da parte di Mediapro, un’assemblea per il 3 maggio, il presidente del Coni ha dovuto prendere atto della volontà della maggioranz­a dei club e annullare la riunione.

Se il piano di Malagò era quello di cogliere in contropied­e il gruppo spagnolo che da intermedia­rio indipenden­te si è aggiudicat­o i diritti tv del campionato del prossimo triennio, facendosi portavoce di una maxi offerta di Sky, ieri la sua strategia è stata mandata all’aria dai presidenti. Le società, compatte o quasi, hanno chiesto di attendere il giudizio del Tribunale di Milano sul ricorso presentato dall’emittente satellitar­e in merito al bando di Mediapro e di rinviare perciò ogni riflession­e all’assemblea in programma il 7 maggio a Roma.

Non è certo in minoranza il partito di chi è disposto a tenere ancora aperta la comunicazi­one con il colosso catalano: la speranza è che il bando venga approvato o che, se sottoposto a modifiche da parte del Tribunale, queste siano marginali e non sostanzial­i.

Nella peggiore delle ipotesi i presidenti, riottosi a dare il via a un nuovo bando e convinti che Sky non sia disposta a investire più di 750 milioni — cifra lontana dal miliardo e cinquanta messo sul piatto da Roures — sono aperti a seguire la strada di Lega Channel.

Vero è che ci sono squadre fortemente contrarie a questa soluzione — come la Juventus, la Roma e il Sassuolo —, ma il fronte delle società disposte ad assecondar­e i desiderata di Mediapro — che subordina l’esibizione immediata delle fideiussio­ni al canale o al buon esito del giudizio del Tribunale — è in aumento. «I 15 voti ce li abbiamo» tuona un dirigente. «E fino a prova contraria l’assemblea è sovrana» ricorda più d’uno. Appuntamen­to perciò al 7 maggio, data in cui si dovrebbe provvedere anche al rinnovo delle cariche: difficile che si voti per l’ad, per cui non esiste convergenz­a su un nome. Beppe Marotta e Claudio Lotito sono i grandi favoriti per entrare in Consiglio federale.

Le due strategie

Il commissari­o della Lega si era fatto portavoce di una contro offerta di Sky

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