Corriere della Sera

Ferrari, i conti non tornano È la più forte, ma è dietro

Errori e sfortune: Hamilton è 1°. Ora la sfida degli aggiorname­nti

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BAKU Riportare i bagagli a casa e scoprire di aver dimenticat­o troppe cose in viaggio. La sindrome di Baku colpisce di nuovo la Ferrari e Sebastian Vettel, anche se in forma molto più leggera dell’anno scorso. Ma i conti non tornano lo stesso: errori, strategie imprecise, sfortuna e safety car, fra la Cina e l’azerbaigia­n sono volate via due vittorie praticamen­te certe.

La Ferrari ha la macchina più forte, il problema è che alla fine non è riuscita a piegare una Mercedes in grave difficoltà, anzi l’ha rivitalizz­ata. Dopo l’insperato successo, il primo della stagione, hamilton è tornato a sorridere ma solo un po’. I problemi con le gomme sono tutt’altro che risolti e la Rossa in condizioni «normali» era imprendibi­le. Toto Wolff lo spiega: «Dobbiamo lavorare ancora tanto per migliorare il passo e prepararci a una sfida ravvicinat­a fra tre squadre da qui alla fine del campionato».

Se a livello di potenza le prestazion­i fra Ferrari e Mercedes in gara si sono avvicinate rispetto alle qualifiche, sui tratti più guidati dove contano maneggevol­ezza e stabilità non c’è stata partita. E un’occasione così andava capitalizz­ata, Sebastian dopo aver perso il comando della corsa ha osato troppo per provare a riprenders­elo. Un eccesso di foga con cui ha smarrito anche il podio: è la sua prima vera stecca della stagione; ha tutto il tempo e i mezzi per recuperare. Ma è comunque un errore che pesa e che porta Hamilton al vertice del Mondiale.

Il Cavallino, pur essendo superiore a Mercedes e Red Bull (in trattativa con la Honda per i motori del 2019), è stato poco efficace nella gestione del risultato. Delle tre pole di fila, Seb ne ha difesa solo una fino al traguardo, in Bahrein. Dei quattro Gp disputati paradossal­mente quello più liscio di tutti è stato in Australia, dove il successo è maturato grazie alla fortuna e all’astuzia con l’ingresso decisivo di una safety car (virtuale).

Nello splendido bis nel deserto non va dimenticat­o l’incidente ai box che ha costretto Kimi Raikkonen al ritiro. Dopo quell’episodio, in cui un meccanico è rimasto ferito, si decide di modificare le procedure del pit-stop per aumentare la sicurezza. Nella gara successiva in Cina, quando le nuove regole vengono applicate per la prima volta, la sosta di Vettel è più lenta del solito. Ci sta, ma quegli istanti in più giocano a favore di Bottas che passa il tedesco anticipand­o il cambio gomme. Poi Shanghai prende una piega ancora più brutta grazie a un’altra safety, Ricciardo fa festa e Verstappen distrugge le speranze residue del ferrarista. Riannodand­o la catena degli sbagli, si arriva a Baku dove sono mancati i piloti in alcuni momenti chiave: Kimi al sabato ha mandato in fumo una pole sicura, o almeno una prima fila. Scattando sesto si è esposto ai pericoli (il contatto con Ocon al via) e ha lasciato il compagno a lottare da solo contro le due Frecce d’argento. Fra meno di due settimane a Barcellona sarà vietato perdere altri punti per strada.

Su una pista considerat­a il termometro più sensibile per misurare l’evoluzione delle forze in campo, comincerà la lunga battaglia degli aggiorname­nti. La Ferrari ha in serbo diverse novità aerodinami­che, ma anche gli altri non resteranno fermi. Perché i Mondiali si vincono sui dettagli.

 ?? Images/lapresse) ?? Occasione persa Sebastian Vettel partiva dalla pole nel Gp di Baku, ma è arrivato 4°. Il suo compagno Kimi Raikkonen ha invece chiuso 2°(Getty
Images/lapresse) Occasione persa Sebastian Vettel partiva dalla pole nel Gp di Baku, ma è arrivato 4°. Il suo compagno Kimi Raikkonen ha invece chiuso 2°(Getty
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy