Ferrari, i conti non tornano È la più forte, ma è dietro
Errori e sfortune: Hamilton è 1°. Ora la sfida degli aggiornamenti
BAKU Riportare i bagagli a casa e scoprire di aver dimenticato troppe cose in viaggio. La sindrome di Baku colpisce di nuovo la Ferrari e Sebastian Vettel, anche se in forma molto più leggera dell’anno scorso. Ma i conti non tornano lo stesso: errori, strategie imprecise, sfortuna e safety car, fra la Cina e l’azerbaigian sono volate via due vittorie praticamente certe.
La Ferrari ha la macchina più forte, il problema è che alla fine non è riuscita a piegare una Mercedes in grave difficoltà, anzi l’ha rivitalizzata. Dopo l’insperato successo, il primo della stagione, hamilton è tornato a sorridere ma solo un po’. I problemi con le gomme sono tutt’altro che risolti e la Rossa in condizioni «normali» era imprendibile. Toto Wolff lo spiega: «Dobbiamo lavorare ancora tanto per migliorare il passo e prepararci a una sfida ravvicinata fra tre squadre da qui alla fine del campionato».
Se a livello di potenza le prestazioni fra Ferrari e Mercedes in gara si sono avvicinate rispetto alle qualifiche, sui tratti più guidati dove contano maneggevolezza e stabilità non c’è stata partita. E un’occasione così andava capitalizzata, Sebastian dopo aver perso il comando della corsa ha osato troppo per provare a riprenderselo. Un eccesso di foga con cui ha smarrito anche il podio: è la sua prima vera stecca della stagione; ha tutto il tempo e i mezzi per recuperare. Ma è comunque un errore che pesa e che porta Hamilton al vertice del Mondiale.
Il Cavallino, pur essendo superiore a Mercedes e Red Bull (in trattativa con la Honda per i motori del 2019), è stato poco efficace nella gestione del risultato. Delle tre pole di fila, Seb ne ha difesa solo una fino al traguardo, in Bahrein. Dei quattro Gp disputati paradossalmente quello più liscio di tutti è stato in Australia, dove il successo è maturato grazie alla fortuna e all’astuzia con l’ingresso decisivo di una safety car (virtuale).
Nello splendido bis nel deserto non va dimenticato l’incidente ai box che ha costretto Kimi Raikkonen al ritiro. Dopo quell’episodio, in cui un meccanico è rimasto ferito, si decide di modificare le procedure del pit-stop per aumentare la sicurezza. Nella gara successiva in Cina, quando le nuove regole vengono applicate per la prima volta, la sosta di Vettel è più lenta del solito. Ci sta, ma quegli istanti in più giocano a favore di Bottas che passa il tedesco anticipando il cambio gomme. Poi Shanghai prende una piega ancora più brutta grazie a un’altra safety, Ricciardo fa festa e Verstappen distrugge le speranze residue del ferrarista. Riannodando la catena degli sbagli, si arriva a Baku dove sono mancati i piloti in alcuni momenti chiave: Kimi al sabato ha mandato in fumo una pole sicura, o almeno una prima fila. Scattando sesto si è esposto ai pericoli (il contatto con Ocon al via) e ha lasciato il compagno a lottare da solo contro le due Frecce d’argento. Fra meno di due settimane a Barcellona sarà vietato perdere altri punti per strada.
Su una pista considerata il termometro più sensibile per misurare l’evoluzione delle forze in campo, comincerà la lunga battaglia degli aggiornamenti. La Ferrari ha in serbo diverse novità aerodinamiche, ma anche gli altri non resteranno fermi. Perché i Mondiali si vincono sui dettagli.