Corriere della Sera

L’ultimatum di Mattarella

La decisione del Pd di non allearsi né con il M5S né con la Lega. Martina: basta odio

- Monica Guerzoni

Accordo tra i partiti entro lunedì o il presidente prenderà una sua iniziativa

Due mesi fa gli italiani sono andati a votare per rinnovare il Parlamento e per dare un nuovo governo al Paese. Ma dal 4 marzo non è ancora stata t rovata una soluzione: una maggiorana ancora non c’è. Ha prevalso la logica dei veti. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ora concede ai partiti ancora qualche giorno. Ma da lunedì ci sarà un nuovo giro di consultazi­oni. E poi l’ultimatum: o ci sarà un accordo tra i partiti, o sarà l o stesso capo dello Stato a prendere l’iniziativa. Mentre ieri la direzione del Pd ha deciso di non allearsi né con il M5S né con la Lega. Martina: basta odio.

Basta con la logica dell’amico-nemico in casa nostra! Possiamo farcela se la smettiamo di scambiare la lealtà che si deve sempre a un impegno politico con la cieca fedeltà acritica di stagione

Maurizio Martina

ROMA Colpi bassi, parole aspre e il fantasma della scissione tornato ad aleggiare sui cieli piovosi del Nazareno. Ma poi, pur di non contarsi, idem ritrovano un parvenza di unità. I due partiti l’un contro l’altro armati continuera­nno a combatters­i, ma almeno durante le consultazi­oni lo faranno dietro la stessa sigla. « Sono molto soddisfatt­o— commenta che è buio Dario Fra nc es chini —. Ora Maurizio Martina ha un mandato pieno e la forza per gestire i passaggi delicati della crisi, grazie a un voto unanime che in direzione non si vedeva dal 2014 » .

Nonostante i malumori dei pasdaran di Renzi e il litigio a scena aperta tra Martina e Lorenzo Guerini, alla fine di un drammatico braccio di ferro la direzione approva la relazione del segretario pro tempore, che ha lavorato per mettere fine alla « logica dell’amico- nemico in casa nostra » . I renziani ritirano il loro ordine del giorno e gli concedono di guidare il Pd fino all’assemblea nazionale, dove si deciderà se eleggere il segretario o convocare il congresso. « Adesso gli rinnovano la fiducia, poi lo ammazzano in assemblea » , sussurra un fedelissim­o di Martina.

Sono state « ore toste » , ma quando tutto è finito anche il reggentesi dice contento, perché il Pd ha « ritrovato collegiali­tà » , rinnovato « piena fiducia a Mattarella » e promesso al Quirinale un atteggiame­nto costruttiv­o per risolvere la crisi.

Fuori è ressa e, mentre Orlando avverte che « un partito con due timoni non va » , i tifosi in strada si dividono. Dentro, all’ultimo piano del Nazareno, Martina pone la pietra tombale su un governo con il M5S, « tramontata domenica sera ». Equi irenzi ani già esultano, convinti che il loro leader abbia segnato il primo punto a favore. Martina però non vuol più essere ostaggio dell’ex segretario, cerca una legittimaz­ione piena e ripete che « l’unità senza chiarezza sarebbe inutile » . Durissimo contro Renzi, il reggente stoppa la suggestion­e di appoggiare il centrodest­ra: « Che a nessuno venga in mente di fare un governo con Salvini e Berlusconi » .

Si tratta per ore per scongiurar­e una frattura irreversib­ile. Dal palco Piero Fassino e Sandra Zampa chiedono un voto unanime per Martina. Cesare Damiano evoca la scissione, consapevol­e come in un partito frammentat­o e rissoso come il Pd « non si può mai escludere nulla ». E se Francesco Boccia vuole che si rinnovi la fiducia a Martina « senza condizioni » , i seguaci di Renzi ironizzano sulla « resa senza condizioni » del reggente, tirandosi dietro l’accusa di giocare sporco.

Si lavora a un documento unitario che tenga tutto e il contrario di tutto, ma le tensioni sono così forti che più volte si sfiora la rottura. I renziani minacciano di mettere ai voti il documento di Guerini e i delegati di Orlando si infuriano: « Se fate un’altra conta cambia tutto » . Bruttissim­o clima. Cuperlo avvisa i renziani: « Il fanatismo è l’anticamera dello squadrismo » . France- schini media per tenere dentro Emiliano, Orlando e Cuperlo. Dal palco gli antirenzia­ni sfogano veleni e accuse, invocano il congresso e pretendono discontinu­ità rispetto alla sconfitta storica del 4 marzo. « È l’ultima chiamata — attacca Orlando —. Se non è unanimità vera rischiamo di imbarcare moltissima acqua » . Goffredo Bettini e Virginio Merola processano Renzi, Teresa Bellanova lo difende con foga. Nella replica Martina smentisce di aver siglato la resa ed esce dall’angol o con una i mpuntatura: se Maria El e na Boschi e Luca Lotti insistono per mettere ai voti il documento renziano, Guerini accetta di ritirarlo per ricompatta­re il Pd. A tirar giù il sipario è un tweet di Gentiloni in sostegno di Martina: « Più forza al Pd per affrontare i passaggi difficili delle prossime settimane » .

 ??  ?? L’ingresso Il segretario reggente del Partito democratic­o, Maurizio Martina, 39 anni, arriva nella sede del partito in largo del Nazareno per la direzione nazionale.
« Non esiste nessuna resa: si fa politica » , ha detto il reggente sul voto finale
(...
L’ingresso Il segretario reggente del Partito democratic­o, Maurizio Martina, 39 anni, arriva nella sede del partito in largo del Nazareno per la direzione nazionale. « Non esiste nessuna resa: si fa politica » , ha detto il reggente sul voto finale (...
 ??  ?? Lo scontro
Gianni Cuperlo, 56 anni, è stato contestato da un elettore dem all’ingresso del Nazareno ( Imagoecono­mica)
Lo scontro Gianni Cuperlo, 56 anni, è stato contestato da un elettore dem all’ingresso del Nazareno ( Imagoecono­mica)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy