Maiale e Narciso
Ogni santo giorno Giovanni Maiale e Raffaele Narciso andavano al l a Reggia di Caserta, di cui sono i sorveglianti assai poco sorvegliati, strisciavano il cartellino e raggiungevano la più vicina pizzeria, dove impiegavano il tempo in attività ricreativo- gastronomiche nell’attesa che il turno di lavoro si decidesse a finire. Solo a quel punto si avventuravano nuovamente dalle parti della Reggia, davano un’altra strisciata al cartellino e tornavano a casa spossati. Sennonché una banda di ladri ha pensato bene di svuotare la cassa della buvette della Reggia proprio quando davanti alle telecamere di sorveglianza avrebbero dovuto esserci loro. Così Maiale e Narciso sono stati scoperti e costretti all’obbligo di firma in caserma prima e dopo il lavo- ro ( durante, chissà).
Di licenziarli, naturalmente, non se ne parla. Perché uno dei fenomeni meno studiati dalla scienza, e dalla coscienza, è l’invisibilità dei dipendenti pubblici. Se rimangono a casa adducendo malattie immaginarie e moribondi da accudire, non se ne accorge nessuno. Se si degnano di andare in ufficio per fare tappezzeria o magari la spesa, non se ne accorge nessuno. E se invece sgobbano anche per chi va in pizzeria, tenendo in piedi da soli la baracca traballante dello Stato — come succede ogni giorno a tanti di loro — non se ne accorge nessuno lo stesso. O, peggio, chi se ne accorge non ha poi gli strumenti per punire i maiali e i narcisi, e per premiare chi non lo è.