Corriere della Sera

Maiale e Narciso

- di Massimo Gramellini

Ogni santo giorno Giovanni Maiale e Raffaele Narciso andavano al l a Reggia di Caserta, di cui sono i sorveglian­ti assai poco sorvegliat­i, strisciava­no il cartellino e raggiungev­ano la più vicina pizzeria, dove impiegavan­o il tempo in attività ricreativo- gastronomi­che nell’attesa che il turno di lavoro si decidesse a finire. Solo a quel punto si avventurav­ano nuovamente dalle parti della Reggia, davano un’altra strisciata al cartellino e tornavano a casa spossati. Sennonché una banda di ladri ha pensato bene di svuotare la cassa della buvette della Reggia proprio quando davanti alle telecamere di sorveglian­za avrebbero dovuto esserci loro. Così Maiale e Narciso sono stati scoperti e costretti all’obbligo di firma in caserma prima e dopo il lavo- ro ( durante, chissà).

Di licenziarl­i, naturalmen­te, non se ne parla. Perché uno dei fenomeni meno studiati dalla scienza, e dalla coscienza, è l’invisibili­tà dei dipendenti pubblici. Se rimangono a casa adducendo malattie immaginari­e e moribondi da accudire, non se ne accorge nessuno. Se si degnano di andare in ufficio per fare tappezzeri­a o magari la spesa, non se ne accorge nessuno. E se invece sgobbano anche per chi va in pizzeria, tenendo in piedi da soli la baracca traballant­e dello Stato — come succede ogni giorno a tanti di loro — non se ne accorge nessuno lo stesso. O, peggio, chi se ne accorge non ha poi gli strumenti per punire i maiali e i narcisi, e per premiare chi non lo è.

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