«Utili i droni, ma conta l’uomo Così sarà l’esercito del futuro»
Farina, il nuovo capo di Stato Maggiore: strutture più snelle del 30%
« S iamo tutti in continua formazione . Dobbiamo sempre far tesoro delle lezioni apprese e delle esperienze. Vale per il più giovane soldato come per il più elevato in grado di comandante » , dice il generale di corpo d’armata Salvatore Farina, capo di Stato Maggiore dell’esercito. Che non si finisca mai di imparare è una verità antica, ma in tempi di rivoluzione tecnologica lo è non solo per tante categorie, dai tassisti alle prese con Uber ai giornalisti impegnati nella sfi da della rete, dai medici che ricorrono a nuovi strumenti di diagnosi ai ristoratori con ordini on line e così via.
Per le Forze armate la necessità di combinare l’innovazione del modo di agire e pensare con la tradizione è radicale. Oggi l’esercito italiano compie 157 anni e nella sua prima intervista da quando in febbraio ne ha assunto la guida Farina spiega che cosa si prefigge di fare.
I militari i taliani hanno un’età media avanzata per il loro lavoro, circa 38 anni, ed esistono ancora molti doppioni tra strutture e funzioni delle varie forze armate. Quali obiettivi si pone per rendere l’esercito più dinamico?
« Finora siamo stati in grado di ridurre del 30% i generali rispetto al 2012. Lo abbiamo f a t to s u l l a b a s e d e l L i b ro Bianco della Difesa. Per strutture e i nfrastrutture l a tendenza è raggiungere il 30% in meno. Allo stesso tempo, vanno potenziate le capacità operative » .
Le nuove tecnologie cambiano i sistemi di arma e i modi di fare l a guerra. In che cosa aggiornerà le attività di formazione?
« Il capo di Stato maggiore della Difesa ha fatto costituire un centro interforze per le difese cibernetiche, noi abbiamo contribuito molto. Abbiamo perfezionato presso il Comando Trasmissioni l a formazione di addetti che lavoravano sulle nostre reti. Alla Cecchignola c ’è un nucleo che si evolve per dotare le nostre missioni all’estero di esperti nella tutela delle reti. Arri vare a una conoscenza tecnica avanzata non richiede anni, però elementi giusti e formazione adeguata » .
Per evitare doppioni e utilizzare meglio i fondi pubblici su che cosa interverrà? Per esempio: tra le diverse armi andrebbe centralizzata la manutenzione degli elicotteri?
Abbiamo contribuito molto al nuovo centro interforze per le difese cibernetiche
« È stato fatto già molto per integrare le forze speciali, aus pi c hi a mo lo s te s s o per le truppe anfibie. Per la guida degli elicotteri ci sono iniziative in atto: a Frosinone nostri piloti frequentano un corso con quelli dell’aeronautica. Si tende e bisogna tendere all’integrazione interforze, fare di più e insieme » .
Quante persone lavorano nell’esercito?
« Le effettive sono circa 95 mila. Adesso ne abbiamo undicimila schierate: settemila in Italia per l ’o p e r a z i o n e “Strade sicure” e quattromila all’estero. Con le forze pronte a intervenire arriviamo a 20 mila. Di queste, circa 8.900 in caso di emergenza nazionale e per crisi i n te r n a z i o n a l i . L’ i mpiego continuo dei 20 mila militari comporta turnazioni per garantire il necessario recupero, addestramento e “approntamento” » .
Generale, nell’era di droni, aerei invisibili, unità d’élite, attacchi informatici, a che cosa serve la fanteria?
« Una difesa credibile deve disporre di tutte l e componenti. Nell’esercito la stragr a nde maggioranza del l e forze di manovra è della fanteria, una volta chiamata “la regina delle battaglie”. Serve a presidiare il terreno, conoscere e vedere, prevenire ed eventualmente dimostrare la possibilità di uso proporzionato della forza. Per la prevenzione
Anche oggi la fanteria resta una componente cruciale di una difesa credibile