Corriere della Sera

Entro il 2065 la popolazion­e calerà di 6,5 milioni

- Margherita De Bac

Meno nascite, più immigrati. Il rapporto Istat sul « Fu- turo demografic­o del Pae- se » , racconta un’italia con due caratteris­tiche spicca- te. Nel 2065 le nascite non basteranno a compensare le morti e il saldo tra le une e le altre aumenterà fino a raddoppiar­e nel mediolungo termine. Non solo. La popolazion­e residente è destinata a ridursi progressiv­amente fino a raggiunger­e un meno 10% rispetto a oggi: circa 54,1 milioni. La tendenza al calo accelera nella seconda parte degli anni analizzati. Risultato, 6 milioni e mezzo di persone in meno. L’esodo è legato all’incertezza di leggi e a problemi socio economici. La seconda traccia riguarda l’immigrazio­ne. Nei prossimi 50 anni ci raggiunger­anno oltre 14 milioni di stranieri. Il rapporto prevede una quota annua di persone discendent­e, ma gli emigrati nell’intero arco di proiezione sono 6,6 milioni. La longevità va alle stelle. Gli uomini toccano 86,1 anni, le donne per la prima volta superano i 90, esattament­e 90,2, contro gli 80,6 e gli 85 del 2016. Gli over 65 saranno il 34% della popolazion­e, più nonni e bisnonni di nipoti. I futuri vecchi sono i bambini del baby boom ( classe 61- 76) che passano dall’età produttiva alla senilità. In compenso il tasso di fecondità dovrebbe aumentare da 1,34 a 1,59 figli per donna. Per il presidente di Forum delle famiglie, Gigi De Paolo « è un bollettino di guerra, concentria­moci sul tema della natalità, ne va della sopravvive­nza del nostro Paese » . Solo un governo di destra, secondo la leader di Fratelli d’italia, Giorgia Meloni, può sostenere un piano a favore della famiglia: « La rivoluzion­e delle culle non va rinviata » .

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