Le bollicine dal pianeta del Brunello Quell’arte (difficile) di essere leggeri
Uno spumante con le uve del grande rosso. Dedicato a un’amica di D’annunzio
L e bollicine di Montalcino, o la difficile arte di essere leggeri. Leggeri come un austero gentiluomo di campagna che scopre in età matura Costa Azzurra e Champagne. Come l’italo Calvino in bilico tra le fiabe del « Barone rampante » e le « Lezioni americane » . Che scriveva: « La leggerezza si associa con la precisi one e l a determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Paul Valéry ha detto: si deve essere leggeri come l’uccello che vola, non come la piuma » .
A trascinare il mondo tradizionale del Brunello dentro l ’ universo del perlage sono Fabrizio Bindocci e Leopoldo Franceschi, direttore e patron della Tenuta I l Poggione, a Sant’angelo in Colle. Il nuovo vino si chiama Marchesa Clementina, un rosato Metodo Classico. Stesse uve usate per Brunello e Rosso di Montalcino, cento per cento Sangiovese. Altri si sono cimentati con gli spumanti nella patria di Sua Maestà il Brunello ( la cantina Le Chiuse ha firmato il Brut Stell are, ad esempio). Nessuno però con il lignaggio che può vantare Il Poggione, una tenuta di 600 ettari, 140 dei quali a vigneto. I Franceschi si occupano di vino dall’ottocento e sono stati tra i fondatori del Consorzio di Montalcino: i l primo presidente è stato il nonno Leopoldo. Bindocci ha governato il Consorzio f i no al l ’e l ezione dell’attuale vertice, retto da Patrizio Cencioni. Tra le oltre 600 mila bottiglie aziendali c’è il Vigna Paganelli Riserva, celebrato ( annata 2010) come il quarto migliore al mondo da Wine Spectator, descritto c o s ì d a Mo n i c a L a r n e r d i Wine Advocate: « La vera essenza di un vino d’altri tempi come il Brunello » .
« C’è un movimento interessante verso la sperimentazione delle bollicine — spiega Fabrizio Bindocci — . Noi abbiamo dedicato i l progetto Marchesa Cl e menti na alla nonna di Leopoldo. Era una nobildonna, una signora che ho conosciuto molti anni fa. Era alta un metro e 90, sempre sorridente. Tra i suoi amici c’era Gabriele D’annunzio » . Famiglia benestante, un rampo imparentato con i reali di Spagna. A t a vo l a s i beveva Champagne.
L’idea del vino per la nonna ha iniziato a prendere forma nel 2014. La sboccatura è del 2017. « Siamo autarchici — dice Bindocci — tutto il processo per il Metodo classico viene completato al Poggione. Abbiamo scelto uve Sangiovese con buona acidità. La vendemmia è iniziata il 10 agosto, al termine di una annata piovosa. Abbiamo sottoposto il f i or f i ore dei chicchi a una pressatura soffice. I l colore rosa pallido è il frutto di questa fase di contatto tra mosto e bucce. Poi la fermentazione i n serbatoi di acciaio a una temperatura controllata di 10 gradi. Quindi due anni di ri- poso e la scelta finale, il dosaggio zero. Significa che la liqueur utilizzata è priva di zuccheri aggiunti. Non per cavalcare la moda del momento, ma per puntare sulla morbidezza, evitando qualsiasi trucco e lasciando emergere la bontà del vino così com’è. In totale sono state prodotte 4.500 bottiglie. Un vino costoso da mettere sul mercato, a partire dalla raccolta delle uve a mano, riposte in cassettine. Forse è una follia, ma volevamo farla » .
« Come mia nonna, ho sempre apprezzato i grandi Champagne — racconta Leopoldo Franceschi — e ho voluto scommettere sul nostro Sangiovese, conosciuto quasi solo per i rossi. Sono convinto che il dosaggio zero mostri al meglio le caratteristiche aromatiche e di freschezza dell’uva di Montalcino » .
I Franceschi sperano che « si ripeta il successo dell’altro rosato del Poggione, lo Sbrancato, passato da una produzione di 8 mila a 130 mila bottiglie in pochi anni. È la dimostrazione che il mercato premia anche prodotti di Montalcino diversi dal Brunello » .
I l Marc h e s a C l e menti n a profuma di fiori di bosco. Freschezza e acidità al palato, con una sfumatura piacevole di agrumi e di amaro che invita a tavola. Per Bindocci si gusta con i piatti della tradizione toscana. Un modo per mettere alla prova, magari leggendo Calvino, la difficile arte di essere leggeri ( con le bollicine di Montalcino). La guida
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Fabrizio Bindocci
« Abbiamo scelto un Dosaggio zero per mantenere la naturalità del vino »
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