Dalla «crisi dei valori» al «periodo di transizione»: ecco una carrellata di modi di dire intramontabili Non c’è epoca (purtroppo) che riesca a liberarsene
Fruttero & Lucentini hanno sempre nutrito una profonda avversione nei confronti di luoghi comuni, frasi fatte, uso ( e abuso) di certi aggettivi, avevano persino stilato un elenco, una sorta di glossario che raggruppava le parole o le espressioni considerate da bollino rosso. Per esempio il verbo « fiondarsi » , l’aggettivo « allucinante » , i modi di dire « campanello d’allarme » , « all’ennesima potenza » , « a prescindere » , per finire con « un attimino » molto in voga qualche anno fa e ora fortunatamente sparito. Perché un tale divieto? F& La questa domanda rispondevano spiegando chela lingua italiana è talmente ricca di possibilità stilistiche che rifiutarsi di scoprire nuove combinazioni, di comporre nuove melodie, per rassegnarsi invece a piatte, tristi, sbrigative banalità lessicali, non è solo sintomo di pigrizia intellettuale — già grave di per sé — ma il vero rischio è che a furia di ripetere sempre tutti le stesse cose, non avremo più nessun bisogno di sforzarci: per capirci basterà grugnire come i cavernicoli. Chissà oggi cosa scriverebbero quei due esteti del linguaggio su « jobs act » , « influencer » , « googlare » o più semplicemente sulle due espressioni « in qualche modo » e « quant’altro » , di recente molto « gettonate » — anche a sproposito — da noi pigri del terzo millennio.