«Noi molestate e il Nobel da cancellare»
Era successo solo durante le guerre. Dopo il caso molestie, molte dimissioni, fiducia diminuita
Lo scandalo molestie all’accademia di Stoccolma fa saltare il Nobel per la Letteratura. Solo durante le guerre il premio non fu assegnato.
Il Premio Nobel della Letteratura per il 2018, il più prestigioso riconoscimento della cultura mondiale, non sarà assegnato. Ma verrà «posticipato» al 2019, e poi attribuito insieme al Premio di quell’anno. Lo hanno deciso i vertici ormai decapitati della stessa Accademia, sostenuti e anzi spinti dal suo «supremo patrono», il re Carlo Gustavo XVI.
Non era mai accaduto dal 1901. O meglio, era accaduto altre 5 volte durante le guerre mondiali, e una volta nel 1935 per cause mai ufficialmente chiarite. Ma questa volta la causa è chiarissima, una storiaccia di potere e molestie sessuali che ha spaccato i membri dell’istituzione, e che avrebbe avuto fra le sue vittime perfino Vittoria, la principessa erede al trono.
L’accademia doveva essere il luogo del «genio e del buon gusto», disse re Gustavo III quando la fondò nel 1786. È diventata invece un calderone di pessimo gusto, si scrive a Stoccolma.
Il comunicato diffuso ieri spiega che la decisione di sospendere il Premio è dovuta «al numero ridotto dei membri (erano 18, e fra dimissioni e malattie sono ormai 11, ndr) e alla fiducia diminuita nell’istituzione». Perciò «abbiamo deciso di non assegnare il Premio dopo lunghe e intense discussioni. La fiducia nell’accademia è così bassa nel resto del mondo, che abbiamo deciso di non farlo. Tuttavia speriamo di farlo l’anno prossimo…».
«Speriamo». Perché non è scontato. Il re si è impegnato a cambiare gli antichi statuti sulla sostituzione dei membri, e lo farà: ne va del prestigio stesso della monarchia. Cambieranno regole e clausole di una vita interna finora estremamente riservata, per non dire segreta. Ma è l’anima stessa
La fiducia nell’accademia è così bassa che abbiamo deciso, dopo lunghe discussioni, di non assegnare il Premio. Speriamo di farlo l’anno prossimo Accademia di Svezia
dell’accademia, che dovrà essere curata da molte ferite. A cominciare dalla profonda divisione nella società del Paese.
Uomini di cultura contro donne di cultura, femministe radicali contro progressiste moderate, politiche contro poetesse, tutti in lotta sui metodi di gestione dell’accademia; e in genere la sensazione di una conquista svedese —l’uguaglianza di genere — che forse non era poi così consolidata: solo 9 donne, nonostante tutte le coraggiose speranze nei decenni, sono entrate finora fra i vertici dell’accademia.
Mesi fa Sara Danus, la prima donna nominata segretaria generale dell’istituzione, era stata anche la prima a indagare sul potere interno della sua collega Katarina Frostenson e del marito Jean-claude Arnault, il fotografo accusato di 18 molestie sessuali. Gli investigatori nominati da lei avevano anche suggerito le dimissioni di altri 3 membri che avevano protetto la coppia. Ma i 3 hanno resistito, altri si sono dimessi per controreazione e fra loro la stessa Danus.
Lei indossa una camicetta con fiocco al collo quasi come distintivo personale. Ora la indossano anche ministri e leader svedesi in segno di solidarietà con la donna che altri hanno definito «la peggiore segretaria dell’accademia dal 1786». Il ginepraio continua a ronzare, mezzo mondo assiste attonito, e il re vede aumentare le grane sulla sua scrivania.
L’anno prossimo
Il premio mancato di quest’anno sarà assegnato assieme a quello del 2019