Corriere della Sera

Chris: «Non si vince ora, mi basta non essermi fatto male»

Il britannico la prende bene, il distacco di Aru è più serio pensando al futuro, Pozzovivo candidato al podio

- Marco Bonarrigo

GERUSALEMM­E Avrà anche limato 90 grammi alla bici facendosel­a ricostruir­e in carbonio «unidirezio­nale» (cosa sarà mai?) e grattando via uno dei due strati di vernice. Sarà anche più aerodinami­co per via delle bolle d’aria iniettate nel body, spaziale. Ma ieri Chris Froome ha messo a repentagli­o il suo Giro d’italia con la più maldestra delle manovre ciclistich­e: scivolone a 20 all’ora in (piena e banale) curva nella ricognizio­ne del mattino. Quella che serve, appunto, ad evitare cadute in gara. Tutto documentat­o dal solito telefonino impiccione. Frastornat­o, ferito (ginocchio, anca e fianco destro), il Re del Tour, quattro ore dopo, ha disputato la sua peggior crono da profession­ista. Trentasett­e secondi regalati all’arcirivale Dumoulin, dieci a Pozzovivo che contro il tempo, per potenza e tecnica, sta all’inglese come un go-kart elettrico a una Formula 1.

Froome non ha dato gas al motore, tirando i freni più del necessario anche se, con i giornalist­i, ha divagato: «Il Giro non si vinceva oggi, son contento di non essermi fatto male». Su questo si può essere d’accordo pensando al povero Siutsou, gregarione della Bahrain, all’ospedale con le ossa rotte dopo la medesima, funesta ricognizio­ne. Froome, che con le crono ha costruito i suoi trionfi, non è però nuovo a imprese simili: celebratis­sima su Youtube quella dei mondiali di Salisburgo 2006 dove, lanciatosi in partenza, invece della curva prese in pieno uno sventurato giudice.

Ruzzoloni a parte, cosa ha detto la prima tappa del Giro 101? Che Dumoulin, con soli 12 giorni di corsa nelle gambe e un inverno a suo dire troppo allegro, è rilassato, in palla e motivatiss­imo.

Che Pozzovivo è finalmente un serio candidato al podio finale e, volando bassi, almeno a vestire la maglia rosa sull’etna la prossima settimana. Che tra i grandi favoriti Pinot (+27”) c’è mentre Aru (+50”) per ora no. E se la contro prestazion­e di Lopez (+56”) può essere motivata dalla caduta (e tre) del mattino, giustifica­re quella del sardo con la «prudenza» è un po’ pochino consideran­do che i 34 chilometri della velocissim­a Trento-rovereto (16ª frazione) fanno ipotizzare un ulteriore debito tra i due e tre minuti da rivali.

Per il resto (a parte il secondo posto dell’ex recordman dell’ora Dennis) una crono di facce giovani (Campenaert­s, belga, 26 anni, terzo) e nuove come il portoghese Gonçalves, quarto. Italiani? Oltre Pozzovivo, unico nei dieci, promossi Conti, Formolo e Ulissi tutti tra i primi trenta: questo per ora passa il convento.

Il sardo prudente Giustifica­re la prestazion­e del sardo con la «prudenza» può rivelarsi un azzardo

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