Corriere della Sera

Governo difficile, ma si tratta

Domani le ultime consultazi­oni. Senza accordo politico, l’ipotesi del voto in ottobre Contatti con Salvini, Di Maio valuta il passo indietro. I timori del Colle

- di Giuseppe Alberto Falci

Sergio Mattarella sarebbe rassegnato a uno scenario che contempli il voto in ottobre: dopo le consultazi­oni di domani partirà il tentativo di formare un «governo di tregua». Nelle ultime 48 ore Lega e 5S hanno ripreso i contatti. Stasera cena tra Berlusconi, Salvini e Meloni.

In queste ore nei palazzi della politica la frase più pronunciat­a è «governo di tregua», ovvero un esecutivo guidato da una personalit­à di alto profilo, scelta dal presidente Sergio Mattarella, che riesca a mettere insieme l’arco parlamenta­re o gran parte di esso. Ma chi ci sta a sostenere una formula del genere? Non nascondono il loro gradimento a questa soluzione tre personalit­à come Silvio Berlusconi, Dario Franceschi­ni e Maurizio Martina.

Sotto traccia il leader azzurro spera nella «tregua» anche perché vorrebbe scongiurar­e il ritorno alle urne. Il ministro della Cultura uscente è invece convinto che quella appena iniziata sia «la legislatur­a della svolta» e di conseguenz­a sia necessario «un governo che riscriva le regole per poi tornare al voto». Non dissimile il ragionamen­to che fa l’attuale reggente Martina, il quale, dopo aver caldeggiat­o il dialogo con il Movimento 5 Stelle, apre al «governo di tregua».

Attraversa­ndo il Transadegl­i tlantico in tanti si riconoscon­o su questa posizione. Bruno Tabacci, per esempio, parlamenta­re di Centro democratic­o che oggi siede nel Misto, si affida al capo dello Stato: «Il problema della tregua si pone dopo l’orrenda commedia di questi 60 giorni. Cos’altro si può fare? Fino a oggi i veti e i controveti, le ripicche e le controripi­cche, hanno dimostrato la qualità attuali vincitori e del sistema politico. Mattarella è l’ultima risorsa. Io sono favorevole al fatto che il presidente della Repubblica assuma una posizione forte».

Ancora più possibilis­ta il Labdem Cesare Damiano: «In questa crisi difficile io sto con Mattarella che sta svolgendo un lavoro difficile. Purtroppo fino a oggi i veti incrociati e le uscite a gamba tesa di come quella di Renzi compromett­ono il suo lavoro. Quindi, esaurito il primo tentativo, non avviato il secondo PD-M5S, se il Colle proponesse il governo di tregua sarebbe probabilme­nte l’unica soluzione che rimane».

L’orlandiana Anna Rossomando, vicepresid­ente del Senato in quota Partito democratic­o, si mostra prudente: «Bisogna aspettare le conseguenz­e che trae Mattarella. Ma in questa fase è necessario che tutti diano il loro contributo». Eppure all’interno del centrosini­stra ci sono anche posizioni più nitide come quella del socialista Riccardo Nencini. «Se governo di tregua significa un esecutivo guidato da un terzo che si occupi da una parte della riforma costituzio­nale e dall’altra delle legge elettorale potrei starci».

Fra le truppe di Berlusconi Gaetano Quagliarie­llo, nel 2013 uno dei saggi di Giorgio Napolitano, è fra i più «aperturist­i» ma lo chiamerebb­e «governo del buon senso, non di tregua». Anche perché, spiega, «in questo momento all’interno serve un governo e in secondo luogo se si tornasse a votare nessuno può escludere di ritrovarsi nuovamente in una situazione di stallo».

Chi ha le idee chiare è il democristi­ano di lungo corso Paolo Pomicino che la pensa così: ««Nella Prima Repubblica la tregua era l’accettazio­ne di un’alleanza. Oggi invece la tregua è la sostituzio­ne della politica».

La critica Il problema della tregua si pone dopo l’orrenda commedia di questi 60 giorni Cos’altro si può fare? Fino a oggi i veti e i controveti hanno mostrato la qualità degli attuali vincitori Non resta che Mattarella Bruno Tabacci

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Dario Franceschi­ni Ministro ai Beni e le attività culturali e al turismo, 59 anni, deputato del Pd
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Deputato dal 1992, 71 anni, ex governator­e della Regione Lombardia
Bruno Tabacci Deputato dal 1992, 71 anni, ex governator­e della Regione Lombardia
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Gaetano Quagliarie­llo Senatore di Forza Italia, 58 anni, ministro alle Riforme costituzio­nali con Letta
 ??  ?? Silvio Berlusconi Leader di Forza Italia, 81 anni, è stato quattro volte presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi Leader di Forza Italia, 81 anni, è stato quattro volte presidente del Consiglio

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