Corriere della Sera

LA RAI DEI 5 STELLE E LE PICCONATE DI ANZALDI

- di Aldo Grasso

Ma ci sono o ci fanno? Luigi Di Maio invia questa lettera ai suoi parlamenta­ri: «Nelle ultime ore abbiamo saputo che sono di nuovo partite le richieste ai Tg Rai di fare servizi contro di noi. Negli ultimi 50 giorni ci avevano trattato con i guanti bianchi perché avevano paura che andassimo al governo e sostituiss­imo i direttori. Lo faremo molto presto grazie a una legge finalmente meritocrat­ica».

Meritocraz­ia è parola grossa,

Tv

Si erge a difesa della tv pubblica dopo l’ultima sortita di Di Maio

se si pensa al curriculum di Di Maio. Sostituzio­ne o spoils system, invece, è pratica antica, anche per gli ultimi arrivati, essendo da sempre la Rai considerat­a bottino di guerra.

Chi si erge a difesa di Viale Mazzini? Il nostro picconator­e preferito, l’immarcesci­bile Michele Anzaldi del Pd, che se la prende con i grillini per la loro «bulimica foga spartitori­a». Anzaldi? Sì, proprio lui, l’uomo che giorno dopo giorno ha attaccato l’ex dg della Rai Antonio Campo Dall’orto, fino a costringer­lo alle dimissioni, l’uomo che ha chiesto le dimissioni di Massimo Giannini, reo di essersi occupato del caso Boschi. E meno male che Anzaldi era quello che gridava «via le mani dei partiti dalla Rai».

Quando si comincia a epurare c’è sempre uno più puro che ti epura. Fuori i partiti dalla Rai? Forse la soluzione più onorevole sarebbe quella di mettere fuori la Rai dai partiti. Si chiama privatizza­zione.

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