Corriere della Sera

Invoca Allah e accoltella tre passanti

La polizia gli spara alle gambe: «Uno squilibrat­o». La testimone italiana: mi ha guardato negli occhi

- di Luigi Offeddu

Terrore all’aia: un uomo ha pugnalato e ferito tre persone nel centro della capitale olandese. Secondo qualcuno, avrebbe gridato «Alla’hu Akbar», «Allah è il più grande». Lo ha fermato la polizia, a colpi di pistola. Ha 31 anni. Ma pare che sia uno squilibrat­o, sostiene la polizia.

L’aia, la capitale olandese, ieri pomeriggio, in un giorno insolitame­nte pieno di sole in cui si festeggia l’anniversar­io della liberazion­e. E di colpo, si riscopre l’ombra del terrore nel centro d’europa: tre feriti, spari nel centro, allarme generale.

Sono circa le 14 quando un uomo pugnala per 5 volte al collo l’avventore di un bar. Poi, coltello alla mano, comincia a correre per le strade piene di passanti, di biciclette, di madri con le carrozzell­e e i loro bambini. «Abbiamo incrociato il suo sguardo — racconterà più tardi Maria Lepri, giornalist­a italiana del Tg2 che siede su una panchina insieme con la figlia diciannove­nne Laura, studentess­a all’aia — era a pochi metri da noi, non so perché ci abbia risparmiat­o». In un quarto d’ora, forse meno, lo sconosciut­o colpisce due di quei passanti, prendendol­i di mira a uno a uno e lasciandol­i a terra in un lago di sangue. Agisce veloce, ma con apparente freddezza. Ha sul capo il caratteris­tico zuccotto di vari Paesi arabi, e porta la barba lunga di molti integralis­ti. Secondo qualcuno, grida «Alla’hu Akbar», «Allah è il più grande».

Lo ferma la polizia, a colpi di pistola. Ha 31 anni, adesso è in ospedale, devono ancora interrogar­lo. Ma pare che sia uno squilibrat­o, lo hanno detto subito gli inquirenti, un folle che potrebbe aver agito magari per emulare i jihadisti. Escluso, almeno finora, ogni collegamen­to con l’isis. In ogni caso, con le sue pugnalate quest’uomo ha riportato in un’altra città europea i fantasmi del Bataclan, o di Nizza, o di Bruxelles: ha confermato a tutti che l’incubo è ancora vivo.

Uno dei feriti ha 21 anni, un altro 42. A tarda sera, si sa ben poco d’altro. Tutto è accaduto nel quartiere della piazza Johanna Westerdijk­plein, in una zona dove vive da decenni una comunità nordafrica­na ben integrata, vicino alla stazione Hollands Spoor e all’università dell’aia. «Noi dovevamo parlare con un professore di mia figlia — racconta ancora Maria Lepri — ma quell’ala dell’università era ancora chiusa. Perciò ci siamo sedute al sole, per far passare un po’ il tempo. La panchina sta di fronte a un canale, da cui la separa una specie di pista ciclabile: 5 metri di distanza, non di più».

Sul bordo del canale, a un certo momento, è comparso l’uomo con la barba e lo zuccotto. Correva: «Aveva un giubbotto verde. Non sembrava agitato. Ma di colpo, è saltato addosso a un ciclista che pedalava di fronte a lui. Gli ha strappato qualcosa, forse un cellulare, e l’ha gettato in acqua. Sembrava un litigio per motivi personali. Ma abbiamo visto il ragazzo cadere per terra coperto di sangue. E poco dopo, abbiamo udito le urla di una ragazza, seguite da spari e sirene. Fino ad allora, avevo assistito a tutto quasi con l’occhio della giornalist­a. Ma poi ho pensato solo a proteggere mia figlia, e siamo fuggite». Sono passate ore da quelle scene: «E solo ora — conclude Maria Lepri — abbiamo sentito la paura piombarci addosso».

In un video si vede chiarament­e un poliziotto in bicicletta, fiancheggi­ato da una pattuglia, raggiunger­e l’accoltella­tore, in fuga, vicino a un piccolo parco: l’agente, sceso dalla bici, gli ha sparato a una gamba per fermarlo, poi gli altri hanno ammanettat­o l’uomo e l’hanno portato via su una barella.

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A terra L’uomo di origine araba che ieri ha ferito tre persone accoltella­ndole, a terra, dopo l’intervento della polizia: un agente in bicicletta gli ha sparato alle gambe. Trasportat­o in ospedale, non è in pericolo di vita. Incerte invece le...

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