Corriere della Sera

Il centrodest­ra si ritrova a cena Salvini attende prima i 5 Stelle

Alleati divisi. Il leghista contro Gentiloni sui migranti: chiamate un medico

- Paola Di Caro Cesare Zapperi

Si vedranno stasera a cena Berlusconi, Salvini e Meloni, a palazzo Grazioli, per concordare una linea unitaria per arrivare domani alle consultazi­oni al Quirinale parlando con una voce sola. Ma non sarà facilissim­o. Perché al di là delle posizioni ufficiali ribadite in pubblico anche ieri, è dietro le quinte che si tengono i contatti incrociati e che si valutano scenari divergenti e in parte opposti.

Da una parte c’è Salvini, che continua a mantenere stretti rapporti con Di Maio (si sono parlati a lungo venerdì) e che oggi con grande interesse ascolterà quello che il leader del M5S dirà nell’intervista Lucia Annunziata a «In mezz’ora in più», visto che sarebbero attese «novità» o in un senso — apertura all’offerta di un governo a tempo — o nell’altro, chiusura su tutti i fronti. Nel primo caso, sembra che in privato il leader della Lega abbia proposto all’interlocut­ore un esecutivo da fare assieme con un premier che non sia lui stesso ma nemmeno Di Maio, una figura di garanzia per tutti insomma. Allo stato però sembra che i 5 Stelle siano ancora fermi sul veto nei confronti di FI, e allora si torna al nodo iniziale: può Salvini rompere con Berlusconi? In casa Lega sussurrano che sì, potrebbe avvenire se fosse lo stesso leader azzurro a dichiarars­i indisponib­ile o a dividersi dall’alleato (il che non dispiacere­bbe troppo al Carroccio) dicendo sì a un governo del presidente, ipotesi totalmente scartata da Salvini. Il fatto è che in FI al momento non si ha intenzione di rompere l’alleanza. In una dichiarazi­one con il visto del Cavaliere, il fedelissim­o Sestino Giacomoni afferma che FI è «forza responsabi­le» che chiede due cose: un governo che faccia quello che si aspettano gli italiani, e che sia guidato «da chi ha vinto le elezioni», ovvero un esponente di centrodest­ra. In teoria le posizioni collimano, in pratica i discorsi che si fanno ad Arcore sono diversi.

Se infatti Giacomoni aggiunge che le formule per far nascere il governo «le valuterà il capo dello Stato», Mariastell­a Gelmini va oltre e parla di «ora della responsabi­lità» e di necessario ascolto di quello «che ci dirà Mattarella» per Leader Matteo Salvini, 45 anni, riceve un bacio da una militante alla serata del 1° maggio a Grumello del Monte (Bg), dov’era atteso per la Festa della Lega «uscire dallo stallo». Berlusconi infatti è convinto che andare al voto con questa legge sarebbe una pazzia, perché «non si avrebbe ancora una volta una maggioranz­a», e quindi non disdegnere­bbe l’ipotesi di un governo del presidente (sostenuto da tutti o quasi) con figure o tecniche di area dei vari partiti o indicate in totale autonomia da Mattarella per modificare il Rosatellum, mettere in sicurezza i conti e poi eventualme­nte tornare a votare. Ma dato che FI da sola (anche in accordo eventuale col Pd) non avrebbe i voti per sostenere un governo di questo genere, non è prevista una rottura con Salvini, che a livello elettorale sarebbe pagata carissima.

Per questo, pur guardando in direzioni diverse, allo stato nel centrodest­ra sono costretti a muoversi insieme, aspettando di capire se arriverann­o segnali dal M5S o se Mattarella farà un appello ai partiti davanti al Paese, chiamandol­i alla «responsabi­lità», tanto da cambiare il quadro. Appello che metterebbe in difficoltà Meloni e Salvini, il quale si porta avanti nella battaglia contro il Pd attaccando Gentiloni che aveva detto come in questo momento servano immigrati all’italia ma con flusso regolare: «Chiamate un medico», è il commento postato su Twitter.

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