Corriere della Sera

Meloni: mandato pieno a noi Affrontiam­o i problemi reali o ci inseguiran­no con i forconi

«Vediamo in Parlamento se esiste una maggioranz­a»

- P.D.C.

ROMA Lo ha detto dal primo giorno, e non cambia idea Giorgia Meloni: «Il centrodest­ra deve chiedere al capo dello Stato un mandato pieno, per verificare in Parlamento se, su un programma di alcuni punti, serio e nell’interesse degli italiani, sia possibile trovare una maggioranz­a».

Se non lo fosse?

«A quel punto, sarebbe un governo figlio del voto del 4 marzo — non uno delegittim­ato come quello Gentiloni o uno tecnico che non rappresent­a nessuno — a portare l’italia alle elezioni anticipate».

Questo andrà a dire stasera ai suoi alleati?

«Sì. Avremmo dovuto vederci stamattina (ieri, ndr), ma ho voluto essere presente ai funerali di Pamela Mastropiet­ro. Credevo fosse giusto».

Quante possibilit­à ci sarebbero per un governo a guida centrodest­ra di trovare una maggioranz­a in Parlamento?

«Io credo che, una volta nato, un governo serio che voglia muoversi su lavoro, sicurezza, le tasse, stop all’immigrazio­ne clandestin­a, possa ottenere consensi».

Ma accetteres­te anche l’appoggio del Pd?

«Non riporterem­o il Pd al governo, questo deve essere chiaro. Poi se singoli parlamenta­ri vorranno sostenerci non mi interessa da quale gruppo provengono».

Che pensa della proposta di Salvini, un governo a tempo

Il Movimento «M5S deve dire chiarament­e se starebbe in un governo guidato dal centrodest­ra»  No ai tecnici «All’italia non serve un esecutivo di tregua ma di battaglia. Un tecnico non avrà i nostri voti»

con l’appoggio del M5S?

«Come loro dissero rispetto a FDI e a FI, se vogliono sostenerci, noi lo accetterem­o... Lo dico anche a Matteo che continua a cercare in tutti i modi un rapporto con Di Maio: il M5S deve dire se starebbe o no in un governo guidato dal centrodest­ra e non da loro. Se non si fa luce su questo, si continua solo a perdere tempo».

Il nodo che ha bloccato le trattative è quello del premier?

«Di Maio ha capito che non può fare lui il premier e allora adesso chiede il voto, evidenteme­nte essendo stato rassicurat­o che potrà fare il candidato premier anche alle prossime elezioni. Credo che Mattarella avrebbe dovuto partire dal mandato, che andava dato alla coalizione che ha vinto le elezioni, più che dalla ricerca di numeri certi attraverso accordi preventivi. Anche i due preincaric­hi a Casellati e Fico, ciascuno con raggio d’azione limitato, non hanno portato a sciogliere i nodi».

Per Salvini il premier può essere anche non leghista, purché di centrodest­ra. Che ne pensa?

«Noi siamo pronti a indicare lui, ma se Matteo pensa che possano esserci figure più inclusive dovendo cercare voti in Parlamento, va bene».

Se invece l’incarico fosse affidato a un tecnico, a una figura super partes, voi potreste appoggiarl­o?

«No, non ci saranno i voti di FDI. Questi sono governi che nascono per non fare niente. All’italia non serve un governo di tregua, serve un governo di battaglia. Non siamo disponibil­i».

Nemmeno se servisse per fare la legge elettorale?

«Non esistono governi “per la legge elettorale”. La legge si fa in due ore anche solo se si vota in Commission­e speciale, la mia proposta già depositata per un premio di maggioranz­a. Se variamo un governo per fare la legge elettorale e non quello che interessa alla gente, ci inseguono coi forconi».

E se l’appello fosse al «senso di responsabi­lità»?

«Credo di averne avuta già molta quando mi battei con tutte le forze contro questo obbrobrio di legge che non poteva dare alcuna maggioranz­a, e quando mi rivolsi al Quirinale perché si esprimesse su quello che stava accadendo. Ma allora non ricevetti alcuna risposta...».

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