Corriere della Sera

I due «partiti» contro lo stallo

Subito alle urne

- di Tommaso Labate

Berlusconi e Martina su un fronte, sull’altro Di Maio e Salvini Ecco le exit strategy (e chi le sostiene)

«Faccio una scommessa. Volete vedere che saranno tantissimi i big della politica che faranno a gara a rimanere lontani dalle liste delle prossime elezioni perché puntano a quelle “buone”, che arriverann­o subito dopo?». Poco prima di Natale, Giulio Tremonti lanciava la profezia del doppio voto. Come a dire, le prime elezioni non porteranno a un governo e si dovrà rivotare a stretto giro. Sembrava fantapolit­ica e invece, a cinque mesi da quei giorni e a due dalle elezioni, il ritorno anticipato alle urne diventa un’opzione sempre più probabile. Anche perché la fatwa dei M5S contro l’ipotesi del «governo a tradimento» — la formula con cui Luigi Di Maio ha ribattezza­to lo scenario del «governo di tregua» ventilato dal Quirinale — spinge anche Matteo Salvini a rimanere fuori dall’orbita di un esecutivo tecnico che arrivi fino all’approvazio­ne della prossima legge di Stabilità.

Da «una poltrona per due» a simul stabunt, simul cadent, insomma. E il destino comune di Lega e 5 Stelle riaccende le speranze di chi, volente o nolente, era rimasto fermo un giro per poter risalire sull’autobus buono.

Il primo nome in cima alla lista è Alessandro Di Battista, il leader dell’ala più barricader­a dei 5 Stelle che ha lasciato il Parlamento per il Sudamerica. Forte dell’atout di aver speso soltanto uno dei mandati a disposizio­ne dei grillini, quantomeno nella versione originale e non ancora emendata dello statuto M5S, in caso di elezioni anticipate Di Battista sarebbe sicurament­e in campo, e coi galloni da primattore. E tutto questo per qualcuno, anche all’interno dei perimetro pentastell­ato, sarebbe sufficient­e per augurarsel­e subito, le urpra, ne.

Come se le augurerebb­ero i tantissimi rimasti fuori dalle liste di FI, il capofila dei partiti che invece sono totalmente schierati a favore del «governo di tregua». Nunzia De Girolamo, per esempio, che ha denunciato anche in tv di essere finita vittima di un complotto sulle liste della Campania. O anche lo stesso Tremonti, l’autore della «profezia» di cui so- un pezzo da Novanta che ha rifiutato all’ultimo un biglietto a bordo delle liste del centrodest­ra. Senza dimenticar­e quelli che, invece, potrebbero decidere che è l’ora di puntare direttamen­te sulla roulette italiana. Come Antonio Tajani, già candidato premier di Silvio Berlusconi e sincero detrattore dell’ipotesi di un ritorno alle urne, che in caso di quasi concomitan­za tra le Europee del 2019 e un nuovo voto in Italia potrebbe optare per la seconda corsa.

Anche l’eterogeneo fronte centrista, rimasto fuori dal Parlamento, sotto sotto spera nelle elezioni anticipate per evitare l’estinzione. Da Angelino Alfano a Raffaele Fitto, in fondo, sono in tanti quelli che sperano nella seconda possibilit­à. Un discorso che, nel centrosini­stra che si riorganizz­a, potrebbe riguardare tanto il non eletto Massimo D’alema quanto fior di autoesclus­i del 4 marzo del calibro di Enrico Letta, Giuliano Pisapia e Carlo Calenda. Tutti più o meno dietro quel sipario che potrebbe rialzarsi presto. Forse.

La profezia Facciamo una scommessa: volete vedere che saranno tantissimi i big che faranno a gara per tenersi lontani dalle liste del 4 marzo perché puntano a quelle buone che arriverann­o subito dopo?

Giulio Tremonti (A fine 2017)

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Ex ministra delle Politiche agricole con Letta, 42 anni, ex deputata di Forza Italia
Nunzia De Girolamo Ex ministra delle Politiche agricole con Letta, 42 anni, ex deputata di Forza Italia
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Matteo Salvini Segretario della Lega dal 2013, ex eurodeputa­to, eletto al Senato il 4 marzo
 ??  ?? Alessandro Di Battista Deputato del Movimento Cinque Stelle per la sola XVII Legislatur­a, 39 anni
Alessandro Di Battista Deputato del Movimento Cinque Stelle per la sola XVII Legislatur­a, 39 anni
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Luigi Di Maio Deputato dal 2013, capo politico del Movimento Cinque Stelle dal 2017

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