Corriere della Sera

Stimata e amata in patria, Frostenson è stata ammessa all’accademia di Stoccolma a 39 anni, la più giovane di sempre. Poi il matrimonio con Arnault

- DAL NOSTRO INVIATO

STOCCOLMA «Lei è già un classico». Kristina Lugn, poetessa e membro dell’accademia svedese, indica i libri sul primo scaffale della sua libreria. L’opera omnia di Katarina Frostenson, sua amica e collega, in questi giorni tornata a essere sempliceme­nte una «moglie di». Del fotografo francese Jean-claude Arnault, l’uomo dello scandalo che ha sporcato l’immagine della più antica e conosciuta istituzion­e di Svezia dopo la monarchia.

«Tanti anni fa, lui ha lasciato la famiglia per amor suo. Diventando un uomo alla costante ricerca della visibilità ma obbligato a vivere all’ombra della grandezza della sua donna». Abitano tutti a poche centinaia di metri uno dall’altro. In appartamen­ti pagati e curati dall’accademia che fanno un cerchio concentric­o intorno al Den Gyldene Freden, il ristorante dove i membri della ristretta cerchia si ritrovano ogni giovedì. Kristina Lugn accetta qualche minuto di conversazi­one informale. «Ci sentiamo in qualche modo responsabi­li», dice. La vergogna del mancato Premio Nobel per la Letteratur­a del 2018, saltare un giro per riparare la reputazion­e dell’accademia, è destinata a durare.

I trent’anni di molestie e violenze sessuali imposte da Arnault a studentess­e, aspiranti scrittrici, impiegate, persino a membri della famiglia reale, erano un segreto da Pulcinella scandinavo. Al punto che molti a Stoccolma oggi si chiedono se la moglie del presunto Weinstein della letteratur­a sapesse. E se abbia contribuit­o ad agevolare la propension­e

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