Sarlat, dove le strade non hanno nome. E Internet non arriva
Il paesino francese, dopo secoli, dovrà intitolare le vie: altrimenti il gestore non attiva la connessione
La scelta
● Dopo l’ultimatum dei fornitori della Rete gli abitanti di Sarlat ora sceglieranno le personalità alle quali intestare le vie
● Tra i candidati Arnaud Beltrame, il gendarme eroe dell’attacco terroristico di Trebes
Sarlat è una cittadina medievale di 10 mila abitanti nel Sud-ovest della Francia, la prima a beneficiare nel 1964 della legge Malraux per la tutela dei centri storici. Anche grazie a quella legge molto è rimasto come un tempo: la piazzetta con le bancarelle dove comprare foie gras e fichi, le vie strette dove Ridley Scott ha girato il capolavoro in costume «I duellanti», il palazzo episcopale. Anche la chiesa Saintemarie, riconvertita in mercato coperto dal grande architetto Jean Nouvel che qui ha trascorso la giovinezza, rispetta lo stile originario.
Sarlat è il paesino perfetto, modello di una Francia rurale dove non c’è neanche bisogno di dare un nome alle strade «perché tanto il postino sa benissimo dove abito».
A Sarlat le strade di campagna, e anche molte viuzze del centro storico, non hanno nome né numero civico. Il comune ne ha recensite 219, ed entro il 25 maggio i cittadini sono invitati a fare proposte per porre termine a questa approssimazione anti-moderna.
In tutto il dipartimento della Dordogne, meta preferita di turisti ed espatriati britannici in cerca di una Francia da cartolina, oltre il 55% delle case non dispone di un indirizzo a norma. Da qualche anno le autorità ricevono le lamentele di pompieri e ambulanze: nelle situazioni di emergenza, quando i minuti sono questione di vita o di morte, ricevere indicazioni come «correte al casolare accanto a Jacques» non aiuta.
A questa ragione si è aggiunto l’ultimatum degli operatori Internet: noi siamo pronti a portare a Sarlat la fibra ottica per connessioni veloci, ma a ogni contratto deve corrispondere un indirizzo adeguato, con nome della strada, numero civico e codice postale. Indirizzi regolari aiuteranno poi le consegne dei servizi di e-commerce.
È davvero «La fine del villaggio» descritta qualche anno fa dal sociologo Jean-pierre Le Goff. Centinaia di migliaia di abitanti delle città, parigini ma anche europei, si sono trasferiti di recente nelle campagne francesi in cerca di ritmi più rilassati e di una maggiore autenticità nei rapporti umani, che però tende a scomparire proprio in virtù del loro arrivo. «La pretesa è di godere, oltre che dell’aria buona e degli alimenti bio, delle stesse comodità della città, frequentando le stesse persone grazie a Internet, email e Tgv — scrive Le Goff —. Locali e “neo-rurali” finiscono per quasi non parlarsi».
E comunque, anche gli abitanti locali sono stufi che nei meravigliosi paesini dei platani e degli anziani che giocano a bocce i telefonini non hanno campo, che i medici sono pochi e lontani e che Internet è troppo lenta. In cambio di Amazon e della fibra ottica, Sarlat nominerà le sue strade, come una qualsiasi città.