Corriere della Sera

Sarlat, dove le strade non hanno nome. E Internet non arriva

Il paesino francese, dopo secoli, dovrà intitolare le vie: altrimenti il gestore non attiva la connession­e

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

La scelta

● Dopo l’ultimatum dei fornitori della Rete gli abitanti di Sarlat ora sceglieran­no le personalit­à alle quali intestare le vie

● Tra i candidati Arnaud Beltrame, il gendarme eroe dell’attacco terroristi­co di Trebes

Sarlat è una cittadina medievale di 10 mila abitanti nel Sud-ovest della Francia, la prima a beneficiar­e nel 1964 della legge Malraux per la tutela dei centri storici. Anche grazie a quella legge molto è rimasto come un tempo: la piazzetta con le bancarelle dove comprare foie gras e fichi, le vie strette dove Ridley Scott ha girato il capolavoro in costume «I duellanti», il palazzo episcopale. Anche la chiesa Saintemari­e, riconverti­ta in mercato coperto dal grande architetto Jean Nouvel che qui ha trascorso la giovinezza, rispetta lo stile originario.

Sarlat è il paesino perfetto, modello di una Francia rurale dove non c’è neanche bisogno di dare un nome alle strade «perché tanto il postino sa benissimo dove abito».

A Sarlat le strade di campagna, e anche molte viuzze del centro storico, non hanno nome né numero civico. Il comune ne ha recensite 219, ed entro il 25 maggio i cittadini sono invitati a fare proposte per porre termine a questa approssima­zione anti-moderna.

In tutto il dipartimen­to della Dordogne, meta preferita di turisti ed espatriati britannici in cerca di una Francia da cartolina, oltre il 55% delle case non dispone di un indirizzo a norma. Da qualche anno le autorità ricevono le lamentele di pompieri e ambulanze: nelle situazioni di emergenza, quando i minuti sono questione di vita o di morte, ricevere indicazion­i come «correte al casolare accanto a Jacques» non aiuta.

A questa ragione si è aggiunto l’ultimatum degli operatori Internet: noi siamo pronti a portare a Sarlat la fibra ottica per connession­i veloci, ma a ogni contratto deve corrispond­ere un indirizzo adeguato, con nome della strada, numero civico e codice postale. Indirizzi regolari aiuteranno poi le consegne dei servizi di e-commerce.

È davvero «La fine del villaggio» descritta qualche anno fa dal sociologo Jean-pierre Le Goff. Centinaia di migliaia di abitanti delle città, parigini ma anche europei, si sono trasferiti di recente nelle campagne francesi in cerca di ritmi più rilassati e di una maggiore autenticit­à nei rapporti umani, che però tende a scomparire proprio in virtù del loro arrivo. «La pretesa è di godere, oltre che dell’aria buona e degli alimenti bio, delle stesse comodità della città, frequentan­do le stesse persone grazie a Internet, email e Tgv — scrive Le Goff —. Locali e “neo-rurali” finiscono per quasi non parlarsi».

E comunque, anche gli abitanti locali sono stufi che nei meraviglio­si paesini dei platani e degli anziani che giocano a bocce i telefonini non hanno campo, che i medici sono pochi e lontani e che Internet è troppo lenta. In cambio di Amazon e della fibra ottica, Sarlat nominerà le sue strade, come una qualsiasi città.

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