Corriere della Sera

Mamma e figlia di 2 anni in mare «Sono morte abbraccian­dosi»

Terracina, la tragedia in acquascoot­er. Annegato anche l’uomo alla guida

- DAL NOSTRO INVIATO Fabrizio Caccia © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TERRACINA (LATINA) «Mentre mi avvicinavo col gommone, ho pregato fino all’ultimo che fosse una bambola», sospira il finanziere intervenut­o per primo, insieme a due colleghi, ieri mattina, un miglio al largo di Foce Canneto, a sud di Terracina. Una bambola intrecciat­a a un galleggian­te rosso. «Ma quando siamo arrivati, sotto il pelo dell’acqua, ho visto sua madre — continua l’uomo —. La donna teneva la bimba abbracciat­a, stretta a lei nel suo giubbotto salvagente. Erano viso a viso, cuore a cuore, la piccola con indosso ancora il pannolino...». A questo punto, il finanziere non vuole aggiungere altro e si commuove.

Mamma e figlia apparivano di carnagione scura, mulatta, così subito dopo il ritrovamen­to, alle 10.45, è scattato l’allarme: si era pensato addirittur­a all’ipotesi del naufragio di un battello carico di migranti. Sono partite, perciò, altre due motovedett­e da Gaeta e da Terracina e si è alzato in volo un elicottero per avvistare eventuali altri corpi presenti in acqua. «Io comunque ne dubitavo — dice il tenente di vascello Alessandro Poerio, comandante della Capitaneri­a di Porto di Terracina —. Perché questa non è certo una rotta nota per l’immigrazio­ne clandestin­a. Ho pensato, invece, piuttosto ad un incidente: una barca che s’era rovesciata, una falla che si era aperta su un natante e così via...».

Un incidente, già. Proprio quello che era avvenuto quattro giorni prima, trenta miglia più a sud, il giorno del primo maggio, quando Pierluigi Iacobucci, 36 anni, imprendito­re campano di Mondragone, titolare insieme ai familiari di una catena di supermerca­ti, aveva voluto prendere la sua moto d’acqua a Castel Volturno (Caserta) per fare un giro al largo insieme alla giovane amica cubana Yaime Digne Perez Cappe, 31 anni, con cui si frequentav­a da qualche mese. Doveva essere una tranquilla gita in aquascoote­r a cui però, incredibil­mente, avevano deciso di aggregare anche Sofia, che aveva solo due anni ed era la figlia di Yaime: proprio loro sono state ritrovate morte, ieri mattina, a un miglio da Foce Canneto.

Forse la moto d’acqua è stata tradita dalle cattive condizioni del mare. Nessuno purtroppo potrà mai raccontarl­o. «Il cadavere dell’imprendito­re l’abbiamo rinvenuto, impigliato all’aquascoote­r, lo scorso due maggio a Baia Domizia, vicino alla foce del Garigliano», dice Luca Gino Iannotti, capitano della compagnia carabinier­i di Mondragone. Sono state le correnti, poi, a trasportar­e i cadaveri di mamma e figlia 25-30 miglia più a nord: «Per due giorni abbiamo avuto lo scirocco e un mare forza 4 — spiega il comandante di Terracina, il tenente di vascello Alessandro Poerio —. Lo scirocco è un vento che spinge da sud-est verso nord-ovest, proprio la rotta che hanno seguito i corpi». All’obitorio di Terracina saranno eseguite le due autopsie. Sull’incidente in mare indagano al momento la Procura di Latina e quella di Santa Maria Capua Vetere. In via del Molo, davanti alla Capitaneri­a, ci sono gli uomini degli equipaggi che in mattinata hanno effettuato l’intervento. Piangono tutti.

 ??  ?? Insieme Yaime Digne Cappe, 31 anni, cubana, assieme alla figlia Sofia che aveva solo due anni. La donna da alcuni mesi frequentav­a l’imprendito­re di Mondragone (Caserta) Pierluigi Iacobucci (nella foto qui sopra)
Insieme Yaime Digne Cappe, 31 anni, cubana, assieme alla figlia Sofia che aveva solo due anni. La donna da alcuni mesi frequentav­a l’imprendito­re di Mondragone (Caserta) Pierluigi Iacobucci (nella foto qui sopra)
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