Corriere della Sera

Napoli e i rifiuti Se il vicesindac­o accusa i cittadini

- Di Marco Demarco

ANapoli, ai primi segnali di un ritardo nella raccolta differenzi­ata, è stato Francesco Iacotucci, l’amministra­tore dell’asìa, l’azienda per la raccolta dell’immondizia, a dirla grossa: «Incivili? No, sarebbe riduttivo. Quelli che mischiano i rifiuti sono bastardi». Proprio così: bastardi. Ieri, dopo giorni di cassonetti tracimanti, è intervenut­o invece Raffaele Del Giudice, il vicesindac­o: «Le difficoltà sono dovute a imprevisti. I cittadini incivili (bastardi no, sarebbe eccessivo, ndr) ci danneggian­o». Ogni volta che a Napoli la spazzatura si accumula e i turisti cominciano a fotografar­la, la reazione nel Palazzo è sempre la stessa: la colpa è dei napoletani, non degli amministra­tori. Sono i napoletani che sporcano, non gli addetti al servizio che non puliscono. Fu così al tempo di Bassolino e dell’emergenza rifiuti, che doveva durare otto mesi e insozzò invece la città per otto anni. Ed è così oggi, al tempo di de Magistris e della rivoluzion­e arancione, per altro finita anche nel mirino de il Fatto Quotidiano e di Propaganda Live. Curioso, poi, constatare come, ancora una volta, si decolli verso utopie per certi versi «antropogen­etiche», la rivoluzion­e del nuovo cittadino napoletano capace di cambiare il corso della Storia, e si atterri invece su giustifica­zioni di tipo antropolog­ico: non prendeteve­la con noi che amministri­amo, ma con quelli che non si lasciano governare. Ma perché basta un imprevisto a mandare tutto all’aria? Semplice. Perché a Napoli e in Campania il ciclo dei rifiuti è rimasto aperto. Fatto l’unico incenerito­re, quello di Acerra, tutti hanno ritenuto che potesse bastare. Che sarebbe stato meglio buttarsi su impianti alternativ­i. Ma bisognava realizzarl­i. E a questo piccolo particolar­e nessuno ha più pensato.

@mdemarco55

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