Telecom, Elliott prepara la svolta Conti presidente di «garanzia»
Domani riunione del board. In bilico i manager distaccati da Vivendi
Primo cda domani per Tim. Dopo la vittoria in assemblea, ora per Elliott la priorità è consolidare la propria leadership nel nuovo board con la nomina del presidente e dell’amministratore delegato. Amos Genish è stato nominato ceo lo scorso 24 aprile: domani arriverà la conferma e gli verranno conferite tutte le deleghe operative per portare avanti il piano strategico. Non è detto tuttavia che Genish completerà il percorso. Sono molte le voci che parlano di una possibile staffetta con Luigi Gubitosi, il commissario straordinario di Alitalia entrato nel board di Tim in quota Elliott, una volta che avrà terminato il lavoro a Fiumicino. Non è ancora chiaro a chi finiranno le deleghe «strategiche» su Security e Sparkle, la società della rete internazionale, precedentemente in capo a Franco Bernabé (fuori dal board perché non indipendente).
Le deleghe dovranno essere affidate a un membro del cda di nazionalità italiana, una questione che a dire il vero potrebbe essere superata dato che la maggior parte dei componenti è italiana. Di certo non avrà deleghe Fulvio Conti, che domani sarà nominato presidente, proprio per sottolineare la svolta verso la public company. Domani potrebbero già essere formati i nuovi comitati consiliari. Incerto il numero: attualmente sono tre, nomine e remunerazione, controllo rischi e strategico. Di certo cambieranno gli equilibri visto che sotto la gestione Vivendi i comitati erano composti in maggioranza da consiglieri in quota francese.
La definizione della nuova governance rappresenta tuttavia solo la prima parte della svolta. Vivendi ha distaccato in Tim diversi manager, in ruoli chiave. La scelta su chi confermare spetta a Genish, ma i rappresentanti di Elliott avranno un peso. Voci di mercato danno in partenza Michel Sibony, il super consulente mandato in Tim da Vincent Bolloré con il ruolo di direttore acquisti. Con lui uscirebbero anche Bruno Coscas il suo braccio destro, Patrick Clement, deputy chief transformation officer e Laurent Mairot, legato a Tim da un contratto di consulenza nell’ambito dell’amministrazione e controllo. Ma i fari sono puntati anche su altri top manager arrivati con la gestione Vivendi, come Agostino Nuzzolo, capo del legale, e Alex Bolis responsabile dell’investor relations. Secondo alcune voci potrebbe finire sotto osservazione anche il capo del personale Riccardo Meloni, arrivato a marzo. Nessun dubbio sulla sua «lealtà», ma semplici logiche di spoils system.