Corriere della Sera

Dedicato a Elena «Solo lei che fa il mio mestiere può sopportare i miei musi...»

- DALLA NOSTRA INVIATA g. pic.

TEL AVIV «Dedicato ad Elena». Che se ne innamorò nel 2012, che lo capisce, che lo sopporta: «Solo chi fa il tuo stesso mestiere può accettare che tu torni a casa da una corsa con il muso lungo e non dica una parola per tutta la cena». Elia Viviani ed Elena Cecchini, argento Under 23 agli Europei su strada di Nyon 2014, tre volte campioness­a italiana, friulana tosta, sono la coppia di simili dietro i successi di entrambi. «La cito sempre, lei sa perché» dice Elia con lo sguardo dritto nella telecamera, felice di condivider­e con la donna che gli ha cambiato la vita. «È stato un inizio di stagione pesante. Squadra nuova, tante corse da affrontare, spesso in posti lontanissi­mi. Difficile, per me ma anche per lei». Si sono visti poco, parlati tanto: «Anche ieri mattina, prima di partire da Haifa. Ai giornalist­i ho detto che ero tranquillo ma a Elena ho confessato il mio nervosismo». Quella vibrazione della voce Elena l’avrebbe riconosciu­ta tra un milione. «Solo lei sa trasmetter­mi dosi di serenità». A Elia il caldo non dispiace. Tappa in Australia, successo a Dubai, tappa all’abu Dhabi Tour, sprint in Israele. Ma appena può prende il cane Attila e va a passeggiar­e in montagna con la sua metà. Dopo il Giro, capace che ci scappi una piccola vacanza. È bene sottolinea­rlo: «Dietro i corridori, ci sono le famiglie. Fondamenta­li per il nostro equilibrio». Non era scontato vincere a Tel Aviv e nemmeno ricordarlo. Ma non è corridore (e uomo) banale, Elia Viviani.

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(Petrussi) Ciclisti Elia Viviani ed Elena Cecchini

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