Corriere della Sera

La Yamaha si squaglia col caldo, tutti più veloci di Rossi

Pole a Crutchlow, Valentino in crisi con le gomme scatta decimo: «Gli altri crescono, noi no»

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

JEREZ DE LA FRONTERA Se questa è una gara chiave della stagione, come ha detto Valentino, e se queste sono le sue condizioni tecniche, come ha detto il cronometro, c’è da preoccupar­si. Rossi nella «Catedral» partirà decimo in quarta fila in una griglia che frigge di gente che va tutta più forte di lui. Vanno più forte le Honda, con Crutchlow in pole, Pedrosa 2° e Marquez 5°. Vanno più forte le Suzuki con Rins 6° e Iannone 7°. Va forte, almeno sul giro, Lorenzo, con un bel 4° come risposta temporanea alle critiche, e va forte, Dovizioso, 8° solo perché, dice, «ho commesso un errore, altrimenti avevo nelle mani almeno una seconda fila». Va forte infine — ulteriore fastidio non solo per Rossi ma anche per l’altro

Sofferenza Valentino Rossi, 39, patisce i problemi di elettronic­a della Yamaha Johann Zarco (27) con la moto del team satellite Tech3 va meglio (Epa) ufficiale Viñales, 11° — Zarco, 3° con la Yamaha Tech3. Se è vero, come aggiunge Dovizioso, che «le qualifiche sono sempre solo una parte del quadro assoluto», è anche vero che il ranking virtuale del passo gara non prevede Rossi fra i primi: Pedrosa e Marquez stanno un gradino sopra tutti, Crutchlow è solido, le Suzuki sono lì, Dovizioso giura di «vedere il podio» e Lorenzo chissà.

La strada per Valentino, insomma, sembra lastricata di chiodi e muri invalicabi­li. E lui, naturalmen­te, lo sa. Prevede una «gara dura». E poi spiega perché: «Al mattino con il fresco vado abbastanza bene, al pomeriggio col caldo la gomma inizia a soffrire e scivola». Tre i dati inquietant­i. Uno, non è un problema nuovo, ma è cambiata la causa rispetto al 2017: «Credo sia una questione di elettronic­a». Due, non c’è uniformità di vedute nel team: «Altri hanno ipotesi diverse sulle cause». Tre, nessuna soluzione funziona: «Abbiamo provato tante modifiche, ma niente. Gli altri sono cresciuti e mettono a terra i cavalli: noi no». Sembra il remake del 2017, e non è una buona notizia. Così come non lo è sentire che «ci vorrà tempo». Tempo invece che, con 17 punti di distacco e il gruppo di indemoniat­i di cui sopra, comincia a stringere. E prima o poi finirà.

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